Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha affermato oggi, mercoledì 23 marzo, che l’invio di forze di pace in Ucraina potrebbe portare a uno scontro diretto tra la Russia e la NATO.

La Polonia ha, infatti, dichiarato la scorsa settimana che presenterà formalmente, durante il prossimo vertice della NATO, una proposta per una missione di mantenimento della pace (peacekeeping) in Ucraina.

Lavrov, parlando agli studenti dell’Istituto statale di relazioni internazionali di Mosca, ha affermato: “Spero che capiscano di cosa stiano parlando”. “Avverrebbe uno scontro diretto tra le forze armate russe e della NATO che tutti non solo hanno cercato di evitare ma hanno detto che non dovrebbe aver luogo in linea di principio”, ha aggiunto.

Inoltre, Mosca ha accusato Kiev di avere bloccato i colloqui di pace, presentando proposte inaccettabili per la Russia. L’Ucraina ha fatto sapere che è disposta a negoziare ma non si arrenderà né accetterà gli ultimatum russi. Lavrov, a tal proposito, ha affermato che le autorità ucraine si stanno tirando indietro rispetto alle loro stesse proposte durante i primi negoziati, rendendo difficile il raggiungimento di una svolta: “I colloqui sono iniziati, sono difficili perché gli ucraini cambiano costantemente idea e si allontanano dalle proprie proposte”.

Dal canto suo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato sempre oggi che i colloqui con la Russia sono duri e, a volte, conflittuali.

La realtà dei fatti è che la Russia ha inviato decine di migliaia di soldati in Ucraina in una guerra che, però, chiama “operazione militare speciale” con l’obiettivo di neutralizzare le capacità militari ucraine e di sradicare i nazionalisti (anche se, è giusto ricordarlo, alle ultime elezioni la componente di estrema destra ha avuto appena il 2% del consenso, cioè la somma dei voti di Casapound e Forza Nuova in Italia). Gli ucraini, di conseguenza, stanno resistendo e costrigendo la Russia a rivedere i propri piano di attacco.

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