Tre cucciolotti di tigre bloccati presso l’aeroporto di Beirut per sette giorni.
In tale frangente, denuncia l’ONG Animals Lebanon, nessuno si è occupato di loro. Gli animali, una volta aperta la cassa di legno, sono apparsi disidratati, molto sporchi e circondati da feci e urine sommerse di larve di mosca. Il contenitore ove erano stipati era privo non solo di ogni tipo di ventilazione, ma anche di una apertura degna di questo nome. Per procedere al recupero dei tre animali si è dovuto schiodare un lato del contenitore in legno che le ha tenuto costrette per giorni.
A quanto sembra la spedizione era risultata del tutto irregolare sotto il profilo della Convenzione di Washington che disciplina il commercio di animali rari ed in via di estinzione. Il carico di tigri, proveniva dalla Siria.
In più occasioni le associazioni libanesi hanno messo in evidenza gli attivi commerci di animali esotici provenienti dalla Siria e dall’Iraq. Traffici che trovano diversi canali di diffusione nei due paesi sconvolti dalla guerra.
Leoni, tigri ed altri animali esotici continuano ad apparire negli annunci nei solcial network.
Del ritrovamento gli attivisti di Animals Lebanon hanno dato comunicazione al Ministero dell’Agricoltura, competente per la materia. Il destino dei tre poveri animali è ancora incerto ma grazie all’interessamento del Ministero dell’Agricoltura e dell’Ufficio delle Dogane dell’Aeroporto di Beirut si è riusciti ad mettere in sciurezza i felini, evitando loro ulteriori sofferenze.
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