La caduta dei capelli è un fenomeno diffuso ma che cosa si può fare per bloccarlo? È davvero inarrestabile? Scopriamolo!

Che cosa si intende esattamente per calvizie? Quando è il momento di cominciare a preoccuparsi per la caduta dei capelli? Pur trattandosi di una situazione molto diffusa, specialmente tra gli uomini, non sempre c’è bisogno di intervenire perché perdere capelli è un fenomeno fisiologico che riguarda tutti noi. In questo articolo scopriremo quando possiamo parlare davvero di calvizie, quali falsi miti sono privi di fondamento e quali rimedi contro la calvizie sono davvero efficaci.

Perdere capelli è normale?

La caduta dei capelli è un fenomeno fisiologico di ricambio della capigliatura: la crescita, la caduta e la ricrescita sono parti del ciclo di vita naturale del capello che si ripete per tutta la vita. Viene considerato normale perdere fino a 100 capelli al giorno: naturalmente nessuno si mette a contarli ma è facile accorgersi se c’è un incremento di capelli persi dalla spazzola, dal cuscino o dagli abiti. C’è poi da considerare che ci sono dei periodi dell’anno in cui cadono più capelli: aprile, maggio, settembre e novembre sono i mesi più a rischio quindi se notate una maggiore perdita di capelli non c’è motivo da allarmarsi.

Se la caduta dei capelli rientra in questi parametri, non c’è motivo di intervenire: sarà sufficiente aspettare per tornare al ciclo di vita normale del capello. Se invece la perdita si mantiene copiosa anche ben oltre i periodi dell’anno critici o comunque per oltre un mese, è bene indagare e intervenire.

La calvizie è irreversibile?

Non è possibile dire in modo univoco se la calvizie sarà un fenomeno irreversibile, ovvero se i capelli non torneranno più a crescere come prima ma cadranno sempre più abbondanti, o meno. Tutto dipende dalla causa che ha innescato la perdita di capelli: quando entrano in gioco fattori esogeni, genetici oppure ormonali, bisogna valutare caso per caso per capire se ci troviamo di fronte a un problema di facile soluzione o meno.

Nella maggior parte dei casi critici, che non si risolvono spontaneamente, ci troviamo di fronte alla cosiddetta alopecia androgenetica: come si intuisce dalla parola, in questo caso entrano in gioco ormoni androgeni e predisposizione genetica. L’ormone coinvolto nello sviluppo della calvizie (il diidrotestosterone) viene prodotto all’interno del follicolo pilifero: sul perché questo avviene bisogna considerare diversi fattori, ma c’è inevitabilmente una predisposizione genetica. Lo stress, un’alimentazione sbagliata e in generale uno stile di vita scorretto possono però influire in modo significativo sulla perdita di capelli, peggiorando la situazione.

La buona notizia è che il problema si può risolvere anche quando si parla di alopecia androgenetica. Il trapianto in questi casi è la soluzione d’eccellenza ma è importante valutare in modo specifico ogni situazione per poter trovare il modo più efficace di intervenire.