Abituati a sentirne parlare per i pressocchè continui sequestri di zanne di elefante, in pochi pensano che l’avorio, purtroppo sempre più prezioso, è una compente dei denti. Finanche nei denti umani vi è qualcosa di simile, ma di certo quello più famoso si trova in alcune specie animali. Non sempre elefanti, comunque. Ricercati per lo stesso motivo sono ad esempio i Trichechi, cacciati di frodo in alcune isole dell’ Alaska, e gli ippopotami.
Una caccia pericolosa tanto quella agli elefanti, visto che l’ippopotamo in Africa è causa di numerosi incidenti dovuti alla territorialità tipica della specie che contrasta con l’invadenza delle attività umane. Questo in teoria, visto che i poveri animali vengono uccisi soprattutto di notte, quando sono soliti pascolare nei terreni che circondano le aree umide ove vivono, con potenti fucili mitragliatori. Dunque, ancora una volta, una caccia ad armi impari, come quella che è poi sfociata nel sequestro dei possenti canini rinvenuti nelle disponibilità di due trafficanti arrestati nelle scorse ora in Uganda. Ben 232, infatti, sono stati contati dalle autorità di polizia locali intervenute con gli esperti dell’ONG Eagle, che ha diffuso la notizia. I denti sarebbero stati destinati al commercio illegale di avorio, come quelli delle ben più note zanna di elefante.
Eagle, raggruppa più nuclei di operatori antibracconaggio che svolgono la loro attività nei paesi dell’Africa centro occidentale. Tra le principali vittime del bracconaggio finora documentato dagli esperti, vi è l’avorio del piccolo elefante delle foreste, ma anche crani di scimmie (ambite dai collezionisti di mezzo mondo) e finanche le code degli elefanti. Sembra incredibile, ma il ciuffo di peli dell’estremità della coda, viene utilizzato per confezionare bracciali, anch’essi esportati.
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