Dopo l’addio al MoVimento 5 Stelle di Luigi Di Maio, i pentastellati sono riuniti a Roma con la presenza anche del garante e co-fondatore Beppe Grillo che ai giornalisti ha detto: “State calmi con Conte perché andiamo d’accordo perfettamente”. E alla domanda se il M5S intende mantenere il sostegno al Governo Draghi la risposta è stata “certo”.

Stando alle indiscrezioni di queste ore, Beppe Grillo non avrebbe chiuso alla possibilità di un sostegno esterno al governo. Alcuni deputati, infatti, avrebbero manifestato la volontà di chiudere con l’appoggio a Draghi e Grillo sarebbe d’accordo se il M5S dovesse continuare a restare inascoltato. Questo tema, però, sarà affrontato tra il garante e il presidente Giuseppe Conte ed eventualmente, in una fase successiva, con lo stesso premier Draghi.

C’è da risolvere, poi, il nodo della deroga al limite dei due mandati. Se non ci fosse, ad esempio, non sarebbe possibile candidare Giancarlo Cancelleri in Sicilia per le primarie alle Regionali. Per Grillo, però, la regola deve restare un pilastro del M5S. nsomma, il garante sarebbe contrario al secondo mandato per gli eletti e avrebbe chiesto il supporto anche a chi ha alle spalle due legislature.

Alberto Airola, senatore del M5S, commentando l’ipotesi del sostegno esterno, ha detto: “Vediamo che succede con il governo. Dipende dall’incisività che noi possiamo avere in questo governo rispetto a tematiche a cui teniamo tantissimo. Nel momento in cui si pongano certe condizioni di totale non dialogo con il governo dovranno decidere gli iscritti”.

E ha aggiunto: “Come siamo entrati in questo governo grazie a un voto della piattaforma degli iscritti, così se ne usciremo ne usciremo grazie a quello”. Inoltre, “il vincolo dei due mandati può restare. Ma sul limite ai mandati i parlamentari non dovrebbero dire nulla. Al massimo, se si vuole parlare di terzo mandato, si interpelli la rete, i nostri attivisti iscritti. Gianroberto Casaleggio avrebbe detto questo. Grillo e Conte non sono d’accordo? Ne parleremo oggi, tanto ci vediamo al Senato”.