Nelle ultime 24 ore, il conflitto tra Iran e Israele ha raggiunto un nuovo livello di intensità, con ondate di missili balistici iraniani che hanno colpito città israeliane e attacchi aerei israeliani che hanno devastato infrastrutture strategiche in Iran. Le sirene di allarme risuonano a Gerusalemme, Tel Aviv e in altre città, mentre il mondo osserva con apprensione il rischio di una guerra regionale su vasta scala. L’Iran, nel frattempo, ha annunciato l’intenzione di sospendere la cooperazione con l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), una mossa che potrebbe aggravare ulteriormente le tensioni sul suo programma nucleare.
Missili iraniani su Israele
All’alba di oggi, lunedì 23 giugno 2025, l’Iran ha lanciato una serie di missili balistici verso Israele, colpendo diverse aree del paese, tra cui la Galilea e Gerusalemme. Secondo quanto riportato dall’Israel Defense Forces (IDF), le difese aeree israeliane, tra cui il sistema Iron Dome, hanno intercettato la maggior parte dei vettori missilistici.
Tuttavia, un missile non è stato abbattuto ed è caduto in Galilea, come confermato dal servizio di soccorso Magen David Adom. Non ci sono ancora rapporti definitivi su vittime o danni in quest’ultimo attacco, ma le sirene continuano a suonare in diverse città, spingendo i residenti a rifugiarsi in spazi protetti. Il Times of Israel riferisce che i parlamentari della Knesset hanno interrotto le riunioni per raggiungere le aree sicure dopo gli avvisi del Comando del Fronte Interno.
Gli attacchi israeliani agli aeroporti iraniani
In risposta, l’IDF ha condotto una serie di airstrike su sei aeroporti iraniani nelle regioni occidentali, orientali e centrali dell’Iran. Secondo sempre il Times of Israel, gli attacchi hanno distrutto circa 15 jet ed elicotteri, inclusi modelli F-14, F-5 e AH-1, infliggendo un duro colpo alle capacità aeree iraniane. L’IDF ha dichiarato che le operazioni miravano a neutralizzare infrastrutture militari strategiche, senza fornire ulteriori dettagli sui danni collaterali.
L’Iran minaccia di sospendere la cooperazione con l’AIEA
In un discorso al Parlamento iraniano, il presidente Mohammad Bagher Ghalibaf ha annunciato che Teheran sta preparando un disegno di legge per sospendere la cooperazione con l’AIEA, accusando l’agenzia di adottare una posizione “politicizzata”. “Approveremo un disegno di legge che sospenderebbe la cooperazione dell’Iran con l’AIEA finché non avremo garanzie oggettive sulla condotta professionale di questa organizzazione internazionale”, ha dichiarato Ghalibaf, secondo quanto riportato da fonti iraniane. La mossa arriva dopo che l’AIEA ha dichiarato l’Iran in violazione dei suoi obblighi di non proliferazione nucleare, citando la mancata collaborazione su ispezioni e attività nucleari non dichiarate. La sospensione della cooperazione potrebbe complicare ulteriormente gli sforzi diplomatici per monitorare il programma nucleare iraniano, già al centro di tensioni internazionali.
Reazioni internazionali e appelli alla de-escalation
La comunità internazionale ha reagito con crescente preoccupazione. La Cina ha esortato entrambe le parti a ridurre le tensioni per evitare un allargamento del conflitto.
“Esortiamo le parti in conflitto a evitare un’escalation continua della situazione, a prevenire con determinazione il propagarsi della guerra e a tornare sulla via della risoluzione politica”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Guo Jiakun, citato dai media di Pechino. La Cina, che mantiene relazioni economiche e politiche con entrambi i paesi, ha sottolineato la necessità di un dialogo per stabilizzare la regione.
Dall’Europa, il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot ha respinto qualsiasi tentativo di “profondo cambio di regime” a Teheran tramite azioni militari. “Confidiamo nel popolo iraniano, che ha eroicamente resistito al regime le cui azioni abbiamo denunciato, affinché determini il proprio futuro, scegliendo autonomamente il momento e le circostanze del cambio di regime”, ha detto Barrot al Consiglio Ue Affari Esteri a Bruxelles. Ha aggiunto che sarebbe “illusorio e pericoloso” pensare che i bombardamenti possano portare a un cambiamento politico stabile in Iran.
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