Netanyahu annuncia un’offensiva terrestre su Gaza City, con 50 torri distrutte e quattro soldati IDF uccisi a Jabalya. Hamas avverte sui ritardi nel rilascio degli ostaggi, mentre Trump minaccia conseguenze per il fallimento del piano USA.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato l’inizio di un’operazione di terra su larga scala a Gaza City, la principale città della Striscia di Gaza. In dichiarazioni riportate dai media locali, Netanyahu ha sottolineato che l’operazione mira a prendere il controllo completo dell’area, definita un baluardo del gruppo militante. “Abbiamo abbattuto 50 torri terroristiche in due giorni, e questo è solo l’inizio della potente operazione di terra per prendere il controllo di Gaza City. Agli abitanti di Gaza City dico: Siete stati avvertiti, andatevene subito”, ha dichiarato Netanyahu.
Questa mossa arriva dopo settimane di preparativi militari, con l’IDF che ha già consolidato posizioni in quartieri periferici come Zeitoun e Sheikh Radwan. L’avvertimento di evacuazione è stato diffuso tramite volantini e messaggi online, con indicazioni di dirigersi verso zone designate nel sud della Striscia.
Le 50 torri colpite e l’intensificazione degli attacchi
Nelle ultime 48 ore, le forze israeliane hanno condotto una serie di raid aerei che hanno portato alla demolizione di 50 torri considerate basi operative di Hamas. “In due giorni abbiamo abbattuto 50 torri del terrore, e questo è solo l’inizio della manovra di terra nella città di Gaza”, ha ribadito Netanyahu in un discorso che ha descritto il giorno come “difficile nella nostra guerra contro il terrorismo”. Queste strutture, secondo l’IDF, erano utilizzate per intelligence e lancio di attacchi, anche se Hamas ha negato tali accuse, definendole pretesti per colpire civili. Immagini satellitari e rapporti da Gaza City mostrano quartieri come Al-Rimal e Tal al-Hawa ridotti a cumuli di macerie, con esplosioni controllate e attacchi precisi che hanno colpito edifici alti fino a 15 piani. La difesa civile palestinese ha riportato decine di feriti tra i civili evacuati in fretta, con tende di sfollati colpite dai detriti.
Perdite tra le forze israeliane: quattro soldati uccisi a Jabalya
L’operazione non è esente da costi per l’esercito israeliano. Questa mattina, quattro soldati della brigata corazzata 401 dell’IDF sono stati uccisi in un attacco a Jabalya, nel nord della Striscia di Gaza. Gli uomini di Hamas hanno colpito un carro armato che rientrava da un’operazione notturna, lanciando un ordigno attraverso un’apertura e sparando contro il comandante. Le vittime identificate sono Amit Aryeh Regev, 19 anni da Modi’in; Uri Lamad, 20 anni da Tel Mond; e Gadi Kotel, 20 anni da Kibbutz Afikim. Il nome del quarto soldato non è stato ancora autorizzato per la pubblicazione.
La posizione di Hamas: ostacoli al rilascio degli ostaggi nel piano USA
Parallelamente alle operazioni militari, Hamas ha comunicato che non sarà possibile rilasciare tutti gli ostaggi, vivi e morti, nel primo giorno di un eventuale cessate il fuoco, come previsto dalla proposta statunitense recente. Secondo fonti del movimento citate dal quotidiano saudita Asharq al-Awsat con sede a Londra, “ci sono ostaggi uccisi in luoghi dai quali sarebbe necessario un cessate il fuoco prolungato per recuperarli dalle macerie, o sepolti in aree successivamente occupate dalle forze israeliane”. Queste circostanze renderebbero impraticabile la consegna immediata di tutti i prigionieri.
Le dichiarazioni seguono contatti indiretti tra Hamas e l’inviato USA Steve Witkoff, su un’iniziativa che coinvolge il presidente Donald Trump. Quest’ultimo ha minacciato “conseguenze intollerabili” in caso di fallimento del piano. Stime ufficiali israeliane indicano che Hamas trattiene attualmente 48 ostaggi dei 256 rapiti il 7 ottobre 2023, di cui 19 vivi con certezza. Hamas ha accettato una proposta di mediatori egiziani e qatarioti per un cessate il fuoco di 60 giorni con rilascio parziale, ma Netanyahu ha respinto un accordo parziale, insistendo su un rilascio totale e smantellamento di Hamas.
Trump ha ribadito la sua posizione in un post sui social: “Tutti vogliono che la guerra finisca! Gli israeliani hanno accettato i miei termini. È ora che Hamas accetti”. L’inviato Witkoff ha descritto la risposta di Hamas come “inaccettabile”, accusando il gruppo di mancare di buona fede.






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