L’insegnante Marisa Francescangeli, sospesa dal dirigente scolastico a causa delle polemiche scaturite per la recita delle preghiere in classe, è tornata a scuola a San Vero Milis, nell’Oristanese, in Sardegna.

Secondo la ricostruzione della docente, la bufera sarebbe stata provocata da due preghiere – l’Ave Maria e il Padre Nostro – e un rosario fatti costruire agli alunni come lavoretto di Natale. Tuttavia, secondo le accuse che hanno portato al provvedimento disciplinare, la donna avrebbe indottrinato i bambini, impartendogli l’unzione con l’olio di Medjugorie e mostrando video sulle catastrofi naturali attribuite all’ira di Dio per i peccati degli uomini.

Nonostante ciò, la maggior parte dei genitori ha accolto Marisa Francescangeli con fiori e abbracci, consapevoli che la donna intende continuare a far recitare le preghiere in classe. Al contrario, alcuni colleghi hanno segnalato più volte il suo comportamento al dirigente scolastico, così come il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.  Marisa Francescangeli, però, può contare sul sostegno di personaggi come Vittorio Sgarbi e il ministro Matteo Salvini.

Il suo ricorso, depositato la scorsa settimana, è seguito dall’ufficio legale della UIL. Sul muro della scuola è stata affissa la scritta “A pregai in crèsia“, ovvero “A pregare in chiesa“.

“Non vedo l’ora di riabbracciare i miei alunni”

L’insegnante, ai giornalisti di Videolina, ha affermato: “Piangevo già prima di arrivare, non vedevo l’ora di poter riabbracciare i miei alunni, che non meritano quanto è accaduto, sono sicura che riprenderemo alla grande”. Francescangeli è anche convinta che la verità su quanto accaduto le darà ragione: “”Non vedo l’ora di riprendere a lavorare, sono qui per i miei bambini. Sono stati venti giorni difficili e di stress.È giusto adesso che si sappia la verità, deve venire fuori, ci sarà un procedimento penale. Ho tante persone che mi stanno sostenendo in questo momento”, ha aggiunto.