Una nuova fuga da uno zoo. Un varco nella recinzione che deteneva un orso, incrocio tra quello polare e bruno.

La fuga del plantigrado è avvenuta quanto nella struttura vi erano numerosi visitatori. Gli addetti dello zoo della città di Osnabrück, nella Sassonia medidionale, hanno subito cercato di mettere in sucurezza il pubblico, mentre per il povero animali non vi è stato altro da fare che ucciderlo. Così si è giustificato in una nota lo stesso zoo che ha aggiunto come l’utilizzo di un farmaco in grado di addormentare l’animale, si sarebbe  presenteta non esente da rischi. Il sedativo, infatti, avrebbe fatto effetto in un tempo compreso tra dieci e venti minuti. Un tempo, evidentemente, ritenuto non sufficiente per la sicurezza complessiva dei luoghi.

A quanto sembra il grosso animale era appena uscito dal letargo. Una fase delicata che potrebbe avere inciso sull’evoluzione dei fatti.

Al rammarico dello zoo, si devono però registrare le critiche dalle associazioni. Sono già diversi, infatti, gli animali uccisi una volta tentata la fuga da più zoo del mondo. Una strana analogia che fa pensare come in questi casi la scelta di uccidere sia quasi standardizzata. Motivi di sicurezza, senz’altro, che mostrano però un aspetto diverso di luoghi che vengono in genere descritti con fare quasi fiabesco.

Gli animali, asseriscono gli animalisti, farebbero tutti la stessa cosa. Scappare da gabbie e recinti elettrificati.

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