Il coronavirus in Cina sta provocando anche morti collaterali, ovvero non strettamente collegate all’epidemia in sé ma ai suoi effetti sulla società. Ne è prova quanto successo in un villaggio della provincia di Hubei, quella più colpita dal contagio, dove un ragazzo disabile è morto di stenti perché rimasto da solo. I suoi familiari, infatti, erano stati messi in quarantena dalle autorità.
Secondo quanto riportato dal quotidiano cinese Beijing Youth Daily, i funzionari del governo della contea di Hong’an, a nord di Wuhan, focolaio dell’epidemia, hanno avviato un’indagine sul decesso del 17enne Yan Cheng, trovato senza vita nel suo letto ieri, mercoledì 29 gennaio, sei giorni dopo che il padre e il fratello 11enne erano stati allontanati da casa e messi in quarantena in una struttura a 25 chilometri a Sud del villaggio.
Entrambi i familiari di Yan Cheng avevano la febbre, motivo per cui le autorità sanitarie hanno deciso il ricovero. Impossibilitato a muoversi, il padre del 17enne ha pubblicato messaggi per chiedere aiuto sul social cinese Weibo. I dirigenti del villaggio, stando a quanto riportato dalla stampa cinese, avrebbero disposto le visite al ragazzo ma sarebbe stato nutrito solo per due volte in sei giorni.
Il Guardian, quotidiano britannico, ha spiegato che Yan era affetto da paralisi cerebrale e ciò causa una grave disabilità motoria e attenzione costante. Il ragazzo non poteva muoversi e aveva difficoltà a parlare, pur avendo le facoltà mentali intatte.
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