Nessuna tregua per la fauna selvatica, come nel caso di quella calabrese dove i pallini di piombo hanno abbattuto un uccello rapace tipico abitatore dei boschi.

Stante quanto diffuso dal WWF di Catanzaro, si tratterebbe di uno Sparviere (Accipiter nisus) preso a fucilate e consegnato, grazie all’intervento della Polizia Provinciale di Reggio Calabria, al Centro di Recupero Animali Selvatici dell’amministrazone provinciale di Catanzaro.

“Sparatorie” ancora non finite, aggiunge il WWF, che vanno ad aggravare il già pesante bilancio degli animali appartenenti alla fauna selvatica de recuperare. In pochi giorni, oltre allo Sparviere, è stato trovato un Airone guardabuoi (Buculcus ibis) proveniente da Cropani Marina ed una Poiana (Buteo buteo) probabile vittima di un incidente da impatto.

Gli ambientalisti tengono a sottolineare come l’attività di recupero della fauna selvatica in difficoltà rappresenta un gesto di civiltà, di rispetto dell’ambiente e di amore per la natura. La massima gratificazione, a percorso ultimato, è ovviamente quello delle liberazione. Purtroppo non ovunque il recupero della fauna selvatica in difficoltà avviene in maniera diffusa. L’esempio più eclatante è forse quello siciliano, dove, a seguito delle nuove disposizioni regionali, hanno chiuso più Centri di Recupero. L’ultimo del quale se ne ha notizie è quello di Cattolica Eraclea, in provincia di Agrigento. Copriva un territorio molto ampio che ben difficilmente potrà ora essere servito da altre strutture.

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