In Brasile sono salite a quattro le vittime per avvelenamento da glicole dietilenico (DEG). C’è il sospetto che i decessi siano associati al consumo di una birra artigianale contaminata da una sostanza chimica tossica utilizzata nell’antigelo e in altri prodotti, il DEG per l’appunto.
Dalla Reuters si apprende che tracce del solvente dal sapore dolce sono state rinvenute nel serbatoio dell’acqua utilizzato dal birrificio Backer, le cui birre artigianali hanno vinto vari premi internazionali e sono molto vendute nel Paese sudamericano.
Alcuni giorni fa, inoltre, il Ministero dell’Agricoltura brasiliano ha dichiarato anche di avere trovato il DEG in otto diverse birre commericalizzate da Backer e inizialmente, si pensava che soltanto la birra chiara Belorizontina fosse contaminata. Di conseguenza, il birrificio – che ha, comunque, dichiarato che collaborerà con i magistrati che stanno indagando – è stato chiuso e sono stati richiamati i suoi prodotti dai negozi. L’azienda ha poi spiegato che non usa il glicole dietilenico durante il processo di produzione ma una sostanza chimica meno tossica: il glicole monoetilenico.
L’avvelenamento da DEG può causare complicazioni neurologiche tra cui la paralisi, il coma e la morte. In totale, secondo un articolo pubblicato il 24 gennaio scorso su Food Safety News, più di 20 persone sarebbero rimaste avvelenate e le analisi hanno trovato il glicole dietilenico in 32 lotti di 10 birre a marchio Backer.
I funzionari del Dipartimento della Salute dello Stato di Minas Gerais hanno raccomandato di non consumare la birra prodotta da Backer né di smaltire nei lavandini o nei servizi igienici né di gettare tra i rifiuti quelle già acquistate prima dell’allerta. Anzi, si consiglia di inserire la dicitura «Non ingerire, prodotto non idoneo al coonsumo» e di conservare separatamente le birre dagli altri alimenti e portarle nei punti di raccolta designati.
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