Singolare iniziativa di un Sindaco della provincia di Varese che, stante quanto riportato dai giornali, intenderebbe prelevare il DNA dalle deiezioni non raccolte dei cani padronali.

Un problema noto, quello del mancato prelievo delle deiezioni, che spesso suscita proteste da parte dei cittadini. In questo caso, però,  mappati i cani padronali con un tampone di saliva, si potrebbe poi risalire al proprietario una volta esaminati i residui lasciati sui marciapiedi. Una doppia analisi, dunque. Una preventiva e l’altra dopo il … deposito. Una proposta che sembra abbia fatto capolino anche in altre centri tra cui la stessa Varese.

L’iniziativa non è però piaciuta alla LAV di Busto Arsizio che, con un pizzico di ilarità, rileva come l’attuazione del progetto richiederebbe un impegno tecnico e finanziario notevole. Più che un progetto, riferiscono sempre gli animalisti,  un “progettone”  assolutamente spropositato rispetto alla supposta gravità del problema.

Va ricordato che in molte città il poco gradevole aspetto con il quale vengono lasciate aiuole e marciapiedi, è oggetto di Ordinanze sindacali che sanzionano i poco rispettosi padroni. Obbligo, in altri termini, di paletta o altro strumento atto al prelievo delle deiezioni. La LAV sottolinea inoltre la scarsa attenzione nei confronti degli animali che si evenicerebbe anche dalla mancata previsione di specifico provvedimento contro i cosiddetti “botti” di fine anno. Un’abitudine potenzialmente dannosa per gli animali.

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