Una nuova pratica medica potrebbe rivoluzionare la vita di pazienti che hanno subito gravi lesioni spinali.
Un giovane di 24 anni, tetraplegico a causa di un grave incidente subacqueo, è riuscito a muovere dita, polso e mano fino ad afferrare una bottiglia e a pizzicare le corde di una chitarra grazie a un chip impiantato nel cervello: è il primo esperimento di questo tipo mai realizzato sull’uomo.

A darne notizie è la rivista Nature, che illustra lo staordinario risultato del lavoro svolto dall’equipe coordinata da
da Ali Rezai, della Ohio State University, Chad Bouton, dell’ Istituto Feinstein per la ricerca medica, Nick Annetta, del Battelle Memorial Institute.

Il chip è stato impiantato nella corteccia cerebrale del ragazzo.
In pratica, spiega Silvestro Micera che insegna Neuroingegneria alla Scuola Superiore Sant’ Anna di Pisa, il sistema “ripristina in modo artificiale il collegamento tra i segnali che il cervello invia agli arti per farli muovere, che è interrotto nelle persone con lesioni spinali”.

Il sistema si chiama NeuroLife, ed è un «bypass nervoso elettronico» che registra i segnali della corteccia grazie al chip, li elabora e trasforma nei movimenti desiderati grazie a un sistema basato sull’ intelligenza artificiale, e permette di muovere la mano paralizzata attraverso gli elettrodi impiantati sull’avambraccio.

I ricercatori hanno lavorato al progetto per oltre 10 anni: il chip è più piccolo di un pisello.

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