Per Michele Santoro, le partenze di Fabio Fazio e Lucia Annunziata dalla Rai rappresentano senza dubbio una perdita in quanto sono “professionisti validi”. Tuttavia, Santoro non ha nascosto la sua avversione verso entrambi i personaggi (“ma non sopporto nessuno dei due”) durante la sua partecipazione a DiMartedì su La7, il programma condotto da Giovanni Floris.

Santoro contro il racconto vittimista

Con la sua vasta e travagliata esperienza nella Rai, Santoro ha commentato, con la sua solita schiettezza, le polemiche che circondano Fazio e Annunziata, contestando il racconto vittimista che sembra accompagnare le loro vicende. Secondo Santoro, le narrazioni che entrambi propongono sono sempre “un po’ farlocche”. Inoltre, Santoro ha smontato l’idea che Fabio Fazio abbia trascorso 40 anni ininterrotti nella Rai, sottolineando che se ne andò a lavorare per La7 quando era ancora di proprietà di Telecom e non fece neanche una puntata: “Fazio uscì da quell’avventura devastato, era molto più ricco di prima ma la gente lo guardava storto. Io non rientrai in Rai. Lui, invece, sì. Non è rientrato solo per i buoni uffici del suo agente, è rientrato anche perché la politica ha voluto che lui tornasse”.

Critiche anche a Lucia Annunziata

Parlando di Lucia Annunziata, Santoro, 71 anni, non ha risparmiato critiche neanche nei suoi confronti. Il conduttore e giornalista ha anche raccontto che Annunziata fu il presidente di garanzia durante il governo di Silvio Berlusconi, nonostante abbia lasciato la Rai affermando di non essere d’accordo con quel governo. Inoltre, Santoro ha fatto notare che Annunziata subentrò a Paolo Mieli, che si dimise dopo aver richiesto il ritorno di Enzo Biagi, Daniele Luttazzi e lo stesso Santoro come condizione. Secondo Santoro, “questi due colleghi sono stati il perno attorno a cui è ruotata una politica culturale in Rai fatta di esclusioni”.

Santoro, infine, ha affermato che “l’azienda avrebbe fatto bene a tenerseli. Ma io non sono l’azienda e non sono un servizio pubblico che tiene fuori un pensiero diverso, che era fuori anche prima, quando loro erano al centro del babà…”.