Appena fuori dal centro di Milano, in quella che un tempo ne era periferia, sorge una costruzione futuristica che sembra intonarsi solo col cielo della città lombarda, che nelle giornate più plumbee quasi la cela allo sguardo del passante.
In questo luogo sospeso nel tempo e nello spazio, ha sede la fondazione artistica di Miuccia Prada, inaugurata nell’ormai lontano 2015.

Un continuo intreccio

Grandi silos, torri e cisterne ospitano poliedriche opere e progetti di artisti contemporanei, ma sino al 22 febbraio sarà possibile entrare in una dimensione spazio-temporale dove distanza storica e simultaneità narrativa ed emotiva s’intrecciano di continuo.

I reperti greco-romani

Nel Podium della Fondazione infatti, un gigantesco e suggestivo ambiente circondato da ampie vetrate, Salvatore Settis, insieme con Anna Anguissola e Denise La Monica, ha collocato con un meraviglioso colpo d’occhio una serie di antichi reperti greco-romani che solo apparentemente non hanno nulla in comune.

Protagonisti “riciclati” grazie alla loro bellezza

Recycling Beauty, questo il titolo della mostra, mette infatti in scena più racconti, i cui protagonisti sono uniti da uno stesso destino: l’essere stati in grado di ritornare, coprendo ruoli diversi, in epoche e culture successive, “riciclati” grazie alla loro innegabile bellezza.

Molteplici i temi affrontati

Un percorso espositivo didattico attraversato da molteplici temi: la convivenza di temporalità diverse, l’ispirazione e la rielaborazione delle idee, la transizione dei significati e il dialogo tra culture; ma anche l’importanza storica e contemporanea del riciclo in relazione alla scarsità di risorse e il recupero e l’uso di oggetti e iconografie che caratterizza anche il mondo odierno.

Alcuni dei reperti in mostra

È così che un sedile nato come latrina, erroneamente ritenuta di porfido (pietra simbolo del potere) venne impiegata nel Medioevo fino al XVI secolo come trono per i neo-papi. L’apertura nel seggio? Accertava l’effettivo sesso maschile del nuovo pontefice.
O ancora, un’urna nata come base di colonna nel II secolo d.C., diventata poi vaschetta per lavori artigianali, poi urna funeraria e infine acquasantiera.

Il Colosso di Costantino

Questo affascinante viaggio si snoda fino a un altro edificio della fondazione, la Cisterna, dove troviamo un vero e proprio coup de théâtre, un’esperienza storica unica: la duplice vista, dal basso e dall’alto, di quella che probabilmente fu la più grande statua dell’antichità, il Colosso di Costantino, alto 11 metri e ricostruita in base alle proporzioni di alcuni pezzi a noi giunti.

Settis da archeologo a investigatore

Attraverso un approccio interpretativo e una modalità espositiva sperimentali, Settis si diverte nel trasformarsi da archeologo a investigatore, ricomporre pezzi e storie risalenti a migliaia di anni fa ricollocandoli nella storia fino ai giorni nostri.

Tradizione e trasformazione

Recycling Beauty ci invita quindi a non considerare l’antichità come qualcosa di “finito” o di cristallizzato, ma come un elemento di dialogo capace di racchiudere due facce della stessa medaglia: tradizione e trasformazione.

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