Ad aprire la 70esima edizione del Festival di Sanremo, come era prevedibile, è stato Fiorello vestito da prete: «Buonasera fratelli e sorelle, benvenuti a questo Festival di Sanremo. In questo mondo c’è bisogno di pace, ma tanta pace. Questo è il festival delle polemiche, bisogna cominciare con qualcosa di veramente forte. C’è veramente bisogno di pace, scambiatevi un segno di pace. Abbracciatevi tutti. Questo 2020 è iniziato veramente male, disgrazie ovunque: l’Australia che ha preso fuoco, una guerra scampata, il virus, e ora Sanremo».

«Questa non è blasfemia, ma un abito di scena – ha aggiunto lo showman siciliano -. Veramente questo è un festival a rischio 15%, quindi ci voleva qualcosa di molto forte. Indosso l’abito originale di don Matteo, uno dei pochi ‘Matteo’ che funzionano in Italia: solo questo fa il 35%. Con me dentro arriviamo al 40%».

«Amadeus, l’amico mio – ha proseguito Fiorello – ha fatto delle cose per mettere contro tutti. Si è messo contro le donne, contro gli uomini, contro la politica, una moria di ospiti (Salmo, Jovanotti, la Bellucci) so fuggiti manco fossero elettori dei cinque Stelle. E allora qualcuno doveva andare in soccorso di Amadeus; purtroppo le sardine… metà sono andate via. Io sarò al fianco di Amadeus, forse gli darò qualche consiglio: sarò il suo Rocco Casalino».

Infine, nel primo scambio sul palco dell’Ariston con l’amico Amadeus (da 35 anni), Fiorello ha detto: «Sono gli attimi che precedono la fine della tua carriera: ti levano pure i Soliti Ignoti. Ce l’hai presente il parente misterioso? Quello fai. La gente cancella i selfie con te. Tu non devi pensare al cast, a quelli che stanno qua, ma a quelli che hai lasciato a casa. Era meglio il Festivalbar. Ricordati: a Sanremo si entra papa e si esca Papeete», ha concluso, citando l’ormai famosa discoteca associata a Matteo Salvini.

Articoli correlati