Cosa succede se è stato pagato in ritardo il canone di affitto di un locale commerciale durante il lockdown?

La risposta: niente sfratto. Sì, perché – come riportato su Laleggepertutti.it – bisogna considerare le difficoltà economiche di chi non è riuscito a lavorare a causa della chiusura forzata per contenere la diffusione del coronavirus. Così ha stabilito un’ordinanza del tribunale di Venezia del 28 luglio 2020.

In sintesi, secondo i giudici, il mancato versamento dei canoni da parte dell’inquilino di un locale commerciale durante il confinamento imposto dal Governo è giustificato.

E non finisce qui. Non solo, infatti, il commerciante non può essere sfrattato ma viene raccomandato il raggiungimento di un accordo tra le parti sulla revisione al ribasso del canone. I giudici, però, sottolineano che il debito va sanato quanto prima sempre tramite un accordo tra le parti.

Nel caso specifico, l’oppositore allo sfratto per morosità è titolare di un bar e il giudice ha assegnato alle parti un termine di 15 giorni per avviare la mediazione volta alla riduzione del canone di affitto.

Da sottolineare che il Governo ha bloccato l’esecuzione degli sfratti fino al 31 dicembre 2020 ma non la loro convalida. Inoltre, il Decreto Cura Italia stabilisce che non si può ridurre il canone e il DL Rilancio non dice nulla a riguardo.