Si festeggia oggi in tutto il mondo il World Wildlife Day, la giornata dedicata al mondo della natura ‘selvaggia’. L’iniziativa, voluta  dall’Assemblea delle Nazioni Unite, è stata proclamata per la prima volta nel 2013; vuole rappresentare un’ occasione annuale di celebrazione della firma nel 1973 della Convenzione Internazionale sul commercio sulle Specie a rischio di estinzione (CITES).

L’edizione di quest’anno è stata ideata per le giovani generazioni. Lo rende noto il WWF che ricorda come non a caso lo slogan lanciato dall’ONU, è “Listen to the young voices – Ascolta le voci dei giovani”. La scelta vuole incoraggiare le giovani generazioni (un quarto della popolazione mondiale ha un’età tra i 10 e i 24 anni) ad agire per difendere la natura più a rischio. Un impegno sul quale il WWF è coinvolto sin dalla sua fondazione.

Secondo Donatella Bianchi, Presidente del WWF Italia, “Il pianeta ha bisogno di un cambio di passo per poter vincere le sfide globali che ci troviamo a fronteggiare a partire dall’ impressionante perdita di biodiversità in molte zone del mondo: ma per farlo c’è bisogno che le nuove generazioni si mettano in gioco e contribuiscano con le loro idee e i loro punti di vista alle scelte politiche e strategiche in difesa della natura e dell’ambiente. Come stanno già facendo i giovani di WWF YOUng, che dopo l’appello al premier Gentiloni per la difesa del lupo, in occasione del World Wildlife Day si sono mobilitati, mettendoci letteralmente ‘la faccia’ (https://www.facebook.com/WWFYOUng/) per raccontare le specie più a rischio della biodiversità d’Italia e le storie di come sia possibile, anche con piccole azioni, aiutare concretamente a tutelarle”.

 

LA ‘VOCE DEI GIOVANI’

Per il WWF il World Wildlife Day è l’occasione per segnalare alcuni esempi concreti dell’impegno in prima persona dei giovani nel mondo: in Buthan grazie al WWF è nato il primo Young bhutanese birders club che riunisce giovani birdwatchers tra gli 11 e i 19 anni. I giovanissimi iscritti entrano in azione ogni sabato mattina nell’osservazione dell’avifauna nei parchi naturali del loro paese, ottenendo così benefici fisici e psicologici, grazie all’attività all’aria aperta, imparando ad osservare e identificare le specie, sviluppando nuove relazioni tra loro e opportunità grazie agli incontri periodici con esperti ornitologi. In Kenia, è diventato una celebrità e un modello Richard Turere: appena 16 anni ma con una grande passione per l’elettronica, che è riuscito a “far pace con i leoni’ . Sono bastati una batteria, un pannello solare, un trasformatore ed una lampadina a Richard per mettere in atto il suo sistema non cruento per tenere lontani i leoni dagli allevamenti di bestiame che avevano subito ripetuti attacchi dai leoni acuendo il conflitto con la comunità.
LA CORSA DELLE ‘SPECIE’ VERSO L’ESTINZIONE

Il declino delle specie al livello globale è stato denunciato già lo scorso anno: entro il 2020 potremmo perdere il 67% di specie tra pesci, uccelli, mammiferi, anfibi e rettili, un peggioramento ulteriore rispetto al trend negativo del 58% di riduzione globale registrato tra il 1970 e il 2012. Un caso simbolo della perdita di specie è quello del rinoceronte: i numeri tremendi del bracconaggio denunciano una media di 3 rinoceronti uccisi al giorno. Il South African Department of Environmental Affairs ha recentemente dichiarato che nel 2016 almeno 1.054 rinoceronti sono stati trovati uccisi in quello Stato, un segnale di ripresa cruenta del bracconaggio che impone sforzi ancora più intensi per contrastare questo fenomeno criminale che distrugge la fauna selvatica in ogni angolo del pianeta impoverendo anche le stesse comunità locali.

Secondo il WWF è importante però ricordare alcuni successi importanti della conservazione ottenuti nel 2016:

1. Il numero di tigri è finalmente aumentato per la prima volta nella storia, con 3.890 esemplari; nel 2010 erano appena 3.200. Gli sforzi di protezione da parte delle comunità locali, i governi e le ONG hanno prodotto un risultato eccezionale nella storia della conservazione.

2. Il Panda, simbolo del WWF, esce dalla classifica degli animali “in pericolo”: l’aumento del 17% della popolazione ha fatto ‘scendere’ questa specie al gradino più basso del rischio, sebbene la popolazione complessiva sia stimata solo di 1864 individui sono cresciute le riserve e le aree protette che lo tutelano (oggi sono 67). Oggi il Panda è considerato vulnerabile poiché la sua sopravvivenza è fortemente legata al buono stato dell’ambiente unico in cui vive, le foreste di bambù che a loro volta tra le varie minacce annoverano anche gli effetti del cambiamento climatico.

3. Il commercio del Pangolino è riconosciuto come illegale: le otto specie di pangolino che sono tra le maggiori vittime tra i mammiferi a causa del commercio illegale hanno finalmente ottenuto la tutela grazie ad una risoluzione della CITES del settembre scorso che ne bandisce qualunque tipo di commercio.

4. Qualche successo anche per i Siti Patrimonio Naturale Mondiale: la barriera corallina del Belize, paradiso di delfini e tartarughe marine, a ottobre è stata ‘risparmiata’ dalle prospezioni sismiche finalizzate alla ricerca di idrocarburi; Il Parco di Coto Donana in Spagna, sito importante per oltre 4.000 specie di piante e animali tra cui il felino più raro, la lince iberica, dopo un’intensa Campagna del WWF ha ottenuto la cancellazione di un progetto di dragaggio.

5. La Cina ha annunciato la chiusura del mercato dell’avorio entro il 2017: una decisione storica per un paese considerato il maggiore mercato mondiale ‘legale’ di avorio. L’annuncio è stato dato nel dicembre scorso, una scelta che potrà così fermare la ‘domanda’ di questo prodotto e si spera possa anche rafforzare gli sforzi contro la piaga del bracconaggio in Africa che uccide ogni anno 20.000 elefanti.

 

GLI EVENTI

Come evento legato alle celebrazioni il WWF è tra i promotori di una speciale Mostra sui dinosauri curata da esperti paleontologi che aprirà i battenti sabato 4: nell’Oasi e Riserva naturale del Cratere degli Astroni, a Napoli, l’esibizione avrà per filo conduttore il tema dell’estinzione delle specie attraverso lo slogan “Puoi sopravvivere a un’estinzione di massa?”. Il Cratere degli Astroni, a soli 5 km da Napoli, ben più vicino a noi nello spazio e nel tempo, non è un cratere da impatto come quello del famoso meteorite che 66 milioni di anni fa si abbatté sul nostro pianeta provocando la quinta estinzione di massa, e dunque la scomparsa dei dinosauri, bensì la caldera di un vulcano spento. Ciò nonostante, vederlo popolato dai “Dinosauri in carne e ossa” sarà un’esperienza di sicura suggestione. Una sorta di Jurassic Park, in terra flegrea.

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