In alcune scuole del Regno Unito gli studenti, all’atto dell’iscrizione, vengono distinti in base alla provenienza, dividendoli tra ‘italiani’, ‘italiani-siciliani’ e ‘italiani-napoletani’. Una notizia che sta facendo il giro del mondo e che ha innescato una lunga serie di polemiche e reazioni istituzionali anche in Sicilia.

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I moduli d’iscrizione sono stati pubblicati in rete da alcune circoscrizioni scolastiche e da giorni stanno provocando proteste e sdegno da parte delle famiglie degli italiani-napoletani e degli italiani-siciliani e degli italiani-tutti. Ieri il ministero dell’Istruzione ha sollecitato un intervento chiarificatore da parte dall’ambasciata. E la reazione dell’ambasciatore Pasquale Terracciano inviata Foreign Office, il ministero degli Esteri britannico, c’è stata e il suo contenuto è fortemente sarcastico: “Siamo uniti dal 1861”.

Dura la reazione del sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone: “Da uomo del Sud, ma soprattutto da italiano e da europeo sono indignato, trovo inaccettabili gli episodi che si sono verificati negli ultimi giorni in Gran Bretagna, frutto evidente di ignoranza rispetto a tutto ciò che è diverso, proveniente da altro Paese, appartenente a un’altra cultura. E non ci sono giustificazioni o scuse che tengano, né buona fede, né effetto Brexit, né puntiglio e precisione anglosassone. Troppo spesso gli italiani si sono trovati costretti ad affrontare stereotipi e pregiudizi che combattiamo perfino dentro i confini nazionali. L’intollerabile distinzione fra gruppi linguistici non rende giustizia a un Paese dalla storia e dalla cultura così grandi come il Regno Unito che pare, in questo caso, operare una sorta di ghettizzazione dei meridionali, considerati alla stregua di un popolo separato”.

“La scuola italiana – aggiunge Faraone – ha superato da tempo questi stereotipi e mostra un’apertura verso l’altro – straniero, disabile, diverso – che evidentemente a quella d’Oltremanica manca ancora. Dobbiamo evitare con forza che ciò che viene superato qui permanga altrove, come purtroppo spesso capita. La scuola, nel Regno Unito come in Italia, deve lavorare per l’integrazione, per la diffusione della cultura, per la formazione delle generazioni future, lasciandosi alle spalle visioni ottocentesche ormai fuori dalla realtà. E questo vale anche per gli altri settori della società: pensiamo alle ragioni che porteranno il G7 a Taormina, in Sicilia. L’ha detto chiaramente il premier Renzi: smontare i pregiudizi, dimostrare ai potenti di tutto il mondo che la Sicilia e il Sud sono terre di intelligenze, di cultura e di bellezza. Che il Meridione – conclude – è parte di un’Italia che eccelle e che guarda al futuro – a livello euromediterraneo e internazionale – grazie alle straordinarie risorse che possiede”.

Anche la massima carica istituzionale del Parlamento siciliano è intervenuto sulla vicenda. “Certi sciocchi pregiudizi sono proprio duri a morire- dichiara il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone. – E forse ad alimentarli avrà influito anche la campagna pro Brexit. Qui a Bruxelles, dove mi trovo per la riunione del bureau del Comitato delle Regioni, al contrario, quando qualche collega inglese scopre che sono siciliano mi dice ‘Sicilia? Very, very beautiful’”.

“Mi auguro – continua ancora Ardizzone – si tratti solamente di qualche sporadico e isolato episodio, ma comunque bene ha fatto l’ambasciatore italiano a Londra, Pasquale Terracciano, a protestare ufficialmente con il Foreign Office, sottolineando che l’Italia è unita da oltre 150 anni, oltre a chiedere l’immediata rimozione di questa indebita caratterizzazione pseudo – etnica”.