Anche in questo caso saranno gli esami autoptici a stabilire con esattezza la causa della morte, ma come già evidenziatosi nelle prime fasi del ritrovamento compiuto dai Carabinieri – Forestali, si tratterebbe di un colpo di arma da fuoco.
Si tratta di un lupo rinvenuto ormai morto all’interno del Parco Nazionale del Cilento, Valle di Diano e Aburni, in provincia di Salerno. Un fatto che ripropone ancora una volta il reale grado di protezione del quale dovrebbe godere, a seguito di importanti norme sia nazionali che europee, il canide selvatico.
Si tratta, infatti, del terzo ritrovamento di lupi uccisi avvenuto in pochi giorni. Il primo esemplare era stato trovato ucciso in Val d’Aveto, in provincia di Genova mentre il secondo è stato ucciso in Valle d’Aosta. Anche in questo caso è stato riferito di colpo d’arma da fuoco.
Per l’ENPA quanto successo nel Parco Nazionale del Cilento assume un valore di particolare gravità. Questo non solo per la crudeltà del gesto, quanto per l’essere stato compiuto all’interno del Parco Nazionale. Un fatto che, a detta degli ambientalisti, la dice lunga sul senso di impunità che permea l’attività dei bracconieri. In più occasioni le associazioni hanno chiesto l’inasprimento dei reati venatori, ad oggi tutti di semplice natura contravvenzionale. Occorrerebbero, invece, reati-delitti con previsioni di pena in grado da costituire veri deterrenti per comportamenti che rischiano, oltretutto, di procurare l’avvio di una procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea. Gli Uffici comunitari, infatti, hanno già aperto nei confronti dell’Italia un fascicolo EU-Pilot ossia la fase propedeutica alla procedura d’infrazione proprio per la mancata previsione di uan efficaze azione anti bracconaggio.
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