Un’ interrogazione parlamentare che fa seguito ad un recente intervento di polizia condotto in collaborazione con l’associazione Eital, e che ha portato, in provincia di Venezia, al sequestro di diverse decine di cuccioli provenienti da un paese dell’est Europa.

I quesiti posti al Ministero della Salute erano dell’On.le Beatrice Brignone (Misto – Alternativa Libera Possibile) che chiedeva misure più ferme al fine di impedire gli illeciti come quelli già nel passato appurati in più operazioni di polizia. Domande alle quali l’altro ieri ha risposto il Sottosegretario alla Salute Davide Faraone.

Tra le questioni poste vi era l’auspicabile rinforzo delle misure doganali che però, così ha rilevato il Sottosegretario, sono state abolite “nel rispetto del mercato interno dell’Unione Europea”. I controlli, veterinari compresi, sono invece in vigore per le importazioni di animali da paesi terzi ma i controlli vengono effettuati presso le dogane degli stati confinanti. In altri termini, se un animale proviene dalla Bielorussia saranno le autorità Polacche a verificare; il carico potrà poi circolare in tutti i paesi UE. Se invece i cuccioli provengono dall’Ungheria (ovvero da un Paese UE) non vi sono controlli.

Ciò non toglie, ha affermato Faraone, che i controlli per i cani provenienti da paesi UE potranno sempre attuarsi tramite la verifica su strada dei mezzi di trasporto. In Italia è poi in vigore fin dal 2011  il Protocollo d’intesa tra il Ministero dell’Interno – Dipartimento della pubblica sicurezza e il Ministero della salute – Direzione Generale della sanità animale e dei farmaci veterinari. Tale protocollo è volto al potenziamento sul territorio nazionale dei controlli nel settore del trasporto internazionale degli animali. Questo ai fini della tutela del loro benessere.

Il riferimento, invece, per le azioni di contrasto ai traffici illeciti di cuccioli rimane sempre la legge 4 novembre 2010, n. 201 “Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia” votata a Strasburgo il 13 novembre 1987.

Non si può non rilevare – ha concluso il Sottosegretario alla Salute – che, proprio in relazione all’abolizione dei controlli doganali tra tutti i paesi dell’Ue, e ferme restando l’importanza e la necessità degli interventi posti in essere dall’Italia, le azioni atte a contrastare il traffico illegale dovrebbero essere attuate soprattutto dalle autorità competenti dei Paesi membri, dai quali sono trasportati i cuccioli: si rileva, infatti, come la normativa dell’Unione europea assegni «in primis» ai Paesi dai quali sono movimentati gli animali la responsabilità di assicurare che gli stessi siano conformi alla normativa dell’Unione europea.
  Le misure di contrasto sopra descritte, come sostenuto dal Ministero della salute anche in ambito Ue, sarebbero certamente più incisive, se supportate a livello internazionale, attraverso l’armonizzazione della normativa dell’Unione europea in materia di sistemi di identificazione e registrazione degli animali da compagnia.
  Tutti i Paesi dovrebbero avere un’anagrafe dei cani, riconosciuta dall’autorità competente e interconnessa ad una Banca Dati Centralizzata a livello europeo, tale da consentire una efficiente e rapida rintracciabilità di tutti gli animali d’affezione.
  Le informazioni contenute nella suddetta anagrafe dovrebbero riguardare, per ogni microchip inserito, i dati identificativi dell’animale e del proprietario per una immediata rintracciabilità, ma anche informazioni di tipo sanitario, per garantire e prevenire eventuali rischi sanitari e istituire un appropriato sistema di sorveglianza epidemiologica.
 Giova ricordare – ha concluso Faraone – che il Parlamento europeo ha adottato nell’anno in corso, alla luce delle proprie prerogative, una risoluzione sull’introduzione di un meccanismo di condivisione a livello dell’Ue dei dati sulla registrazione di cani e gatti: ciò si configura come un primo importante passo in avanti per l’istituzione di un’anagrafe unica europea che permetterà in futuro di tracciare tutti gli animali nell’Unione europea, fornendo un prezioso e concreto strumento di contrasto al traffico illegale di cuccioli”.

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