Conto alla rovescia per l’avvio della ‘grande trattativa’ del ‘tutti insieme appassionatamente’ che dalla prossima settimana vedrà impegnati in primis Movimento Cinque Stelle e Lega, ovvero i vincitori delle elezioni 2018.

Il banco di prova di un accordo saranno  le convergenze sulle presidenze della Camere. Dall’altra parte della barricata in parallelo il premier Pd  uscente Paolo Gentiloni è già impegnato con il suo governo nella messa a punto di un def bipartisan che sia in grado di illustrare alla Ue entro il 10 aprile gli obbiettivi programmatici di politica economica dell’Italia nel prossimo triennio. Interlocutori delle doppie consultazioni della ‘grande trattiva’ tutti gli altri gruppi parlamentari: il Pd e Forza Italia in primis, Fdi e LeU non esclusi.

Dunque proprio il Def, il documento economico finanziario, potrebbe essere il luogo di incontro ‘nell’interesse del Paese’. L’ultimo tassello fondamentale ancora mancante allo start della ‘grande trattativa’ è il nome del rappresentante titolato a presiedere la delegazione Pd. Lunedì la direzione dem dovrebbe voltare pagina chiudendo l’era Renzi per affidare la reggenza al suo vice Maurizio Martina,  nominando al contempo una delegazione di plenipotenziari su cui renziani e minoranze non hanno ancora trovato l’accordo. Quanto alle altre delegazioni, Salvini ha annunciato che sulle presidenze delle Camere tratterà in prima persona chiamando direttamente dalla prossima settimana ‘ tutti gli altri leader’: Di Maio, Berlusconi, Grasso e, a questo punto, per i Dem Martina.

Il vero tema contenente la sorpresa pasquale è l’atteggiamento che prenderà Di Maio che, al momento, intende stare un passo indietro nella prima parte della trattativa ma pronto a presentarsi nella seconda parte della stessa trattativa a stravolgere le cose. I 5 stelle hanno già scelto al loro interno i capigruppo. Saranno Danilo Toninelli e la palermitana Giulia Grillo i presidenti dei gruppi di Camera e Senato.

Mercoledì Berlusconi farà altrettanto, stabilendo con i neoeletti azzurri, la sua delegazione a trattare. Dopodichè la girandola delle consultazioni in parallelo e su più tavoli sulle presidenze delle Camere che si insediano il 23 marzo e sul def che ha un termine ultimo di presentazione fissato al 10 aprile.

Le consultazioni del Presidente della repubblica cominceranno lunedì 9 aprile, con possibile anticipo, qualche giorno dopo Pasqua, con cunsultazioni informali.

Sul fronte def, che poi è quello che veramente interessa agli italiani avendo effetti su tutte le politiche economiche e del lavoro, M5s e Lega hanno detto chiaramente che intendono chiedere e ottenere da Gentiloni un netto segnale
di discontinuità in materia fiscale e di rapporti con i controlli Ue promessi ai loro elettori in campagna elettorale. A palazzo Chigi però sono tutt’altro che pessimisti sulla possibilità di trovare la quadra. E Berlusconi si è già offerto come mediatore-garante. Il risultato che il premier, che dall’insediamento del nuovo Parlamento sarà dimissionario in carica per l’ordinaria amministrazione e non più con pieni poteri come ancora oggi, otterrà nella trattativa sul def, fornirà le prime indicazioni sullo svilupparsi dei rapporti fra le forze politiche.

Intanto in Sicilia la maggioranza costituitasi a novembre viene erosa giorno dopo giorno. I protagonisti negano relazioni con il risultato delle politiche ma che questi eventi abbiano effetti appare inevitabile.