Una situazione che verosimilmente non potrà migliorare anche alla luce delle tre forti scosse di terremoto avvertite stamani tra le province di Rieti e dell’Aquila. Vaste aree letteralmente sommerse dalla neve e forti disagi sia per le persone che, in molti casi, per gli animali che possedevano.

Secondo quanto reso noto stamani dal Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile, si tratta di tre  scosse che hanno colpito il Centro Italia. La prima alle 10.25, di magnitudo 5.1, tra Montereale, Capitignano e Campotosto in provincia dell’Aquila ad una profondità di 9 chilometri. La seconda alle 11.14 di 5.4 e la terza di 5.3 alle 11.25 seguite poi da un importante sciame sismico.  Il terremoto di oggi, ha affermato il Comando Nazionale dei Vigili del Fuoco, torna a colpire le zone già martoriate dagli eventi sismici di agosto e ottobre e si somma all’emergenza neve e maltempo che sta investendo il Centro Italia. In volo si sono già alzati gli  elicotteri che stanno effettuando una ricognizione aerea delle zone colpite.

E’ di questi giorni la notizia di alcuni allevatori che hanno occupato stalle dichiarate inagibili, pur di mettere in salvo  i propri animali minacciati dal freddo. In molti casi, però, vitelli, mucche, cavalli ed altri animali rimangono allo stato brado in luoghi sempre più difficili da raggiungere a causa dello spesso manto nevoso.

Ove è possibile arrivano i soccorsi, pur con delle polemiche sui ritardi con i quali sarebbe stata affrontata la nuova emergenza neve.

Nei giorni scorsi nel comprensorio di Gualdo,  uno dei centri della provincia di Macerata più duramente colpiti dal freddo e dal terremoto, i Vigili del Fuoco sono riusciti ad effettuare alcuni interventi in favore del bestiane che, causa le avverse condizioni meteo e le abbondanti nevicate di questi giorni, rischia di morire di freddo e di fame. Gli operatori, hanno raggiunto le zone montane dove sono presenti numerosi capi di bovini ed hanno lasciato sul posto diverse balle di fieno.

Nei boschi, però, rimangono ancora gli animali.

Secondo un comunicato diffuso oggi dall’associazione AIDAA sarebbero almeno quarantamila i cani randagi che, vivendo nelle montagne nelle regioni del centro e sud Italia, stanno patendo la fame proprio per il maltempo. Non meno significativa l’incidenza che il freddo starebbe comportato sugli animali selvatici.  La proposta è ora quella di usare gli elicotteri per gettare quantità di cibo sufficiente per sfamare gli animali.

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