L’ultima allerta in ordine di tempo contro le truffe segnalata dalla polizia Postale sulla sua pagina Facebook “Commissariato di Ps Online – Italia” con un post riguarda la truffa dello sportello bancomat.
Il crescente utilizzo di internet per la compravendita di beni tra privati ha favorito l’aumento delle truffe non solo ai danni dell’acquirente, che può ricevere un prodotto differente da quello acquistato, oppure non riceverlo affatto, ma spesso anche ai danni del venditore.
La truffa
La tecnica utilizzata per perpetrare la truffa è indurre con l’inganno il venditore a recarsi presso uno sportello bancomat facendogli credere che riceverà il pagamento della somma pattuita direttamente sul conto corrente.
Al contrario, la vittima del raggiro, seguendo le istruzioni fornite al telefono dal presunto acquirente, eseguirà una ricarica a favore del truffatore. Il consiglio: “Se hai pubblicato un annuncio di vendita on line, diffida di proposte di acquisto frettolose che non prevedano modalità di pagamento chiare e garantite”. Si tratta di un’efficacie allerta che per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” può evitarci molti grattacapi. Nel caso siate comunque incappati in una frode di questo tipo potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.
Gli attacchi hacker alla Sicilia
Nel 2022 si attesta al 39,4% la quota di Mpi siciliane che investono in cyber sicurezza, sopra di 9,4 punti percentuali rispetto a quella rilevata nel periodo 2017-2021 (30,0%). A livello provinciale tale quota risulta essere più elevata per Ragusa (48,0%), Enna (44,9%) e Messina (42,0%).
Secondo la rilevazione tematica di Eurobarometro della Commissione europea in Italia, la quota di micro, piccole e medie imprese che nell’ultimo anno ha fronteggiato almeno un attacco informatico e del 37%, superiore di 9 punti percentuali rispetto al 28% della media Ue.
Nel 35% dei casi l’attacco ha sfruttato la vulnerabilità del software, hardware o della rete, una quota di 12 punti percentuali sopra la media Ue (23%) che colloca l’Italia al 2 posto tra i 27 paesi dell’Ue. Per il 26% dei casi e stata una violazione di password, quota superiore di 7 punti al 19% della media Ue che posizione l’Italia al 4 posto in Ue, per il 21% una truffa o frode e per il 20% un malware, cioè un programma/codice che altera le attività di un sistema.
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