Vladimir Putin, parlando ai cittadini russi, ha svelato la sua nuova strategia per affrontare la controffensiva dell’esercito ucraino, manifestando altresì un’evidente difficoltà sul campo. Il capo del Cremlino, infatti, ha firmato un decreto che autorizza una “mobilitazione parziale” della popolazione. Quella generale non si vede dai tempi della prima e della seconda guerra mondiale.

L’obiettivo è incrementare la forza militare tramite il richiamo dei riservisti e dei coscritti appena smobilitati, come spiegato dal ministro della Difesa Sergei Shoigu. In totale, si parla di 300mila soldati che riceveranno un addestramento prima di essere trasferiti in prima linea.

Vladimir Putin, comunque, non ha specificato il profilo dei rinforzi. Secondo alcuni analisti, non solo specialisti ma anche ‘carne da cannone’ per rimpinguare il numero e i morali dei soldati già presenti in Ungheria. Militari addestrati che hanno lasciato l’esercito per la vita civile. Con questa mobilitazione parziale, l’esercito russo potrebbe arrivare a 2,3 milioni di soldati.

Da segnalare anche che la Duma, il Parlamento russo, ha approvato una legge che definisce traditori coloro che, assoldati, si rifiutano di combattere.

Cosa succederà ora? Beh, il ministro della Difesa russo è stato chiaro: “La Russia non sta combattendo tanto l’Ucraina quanto l’Occidente”. E può trattarsi della strategia di impaurire il nemico in una situazione di difficoltà oggettiva.

Inoltre, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha spiegato che “il presidente Putin ha parlato di come sono cambiate le condizioni durante l’operazione militare speciale nel suo discorso. È stato il presidente Putin a dire che, in effetti, ora ci troviamo di fronte al potenziale militare della NATO e di un certo numero di altri Paesi ostili a noi”.

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