• Consiglio dei Ministri approva il DDL sulla violenza contro le donne.
  • Saranno aumentate le pene per chi è già ammonito.
  • Arresto per chi manomette il braccialetto.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge con le “disposizioni per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della violenza nei confronti delle donne e della violenza domestica”.

Le novità contenute nella bozza.

Aumentare le pene per chi è già ammonito

Le pene previste per i reati di percosse, lesioni, minacce, violazione di domicilio e danneggiamento “sono aumentate se il fatto è commesso, nell’ambito di violenza domestica, da soggetto già ammonito”.

Possibile il fermo anche non in flagranza

Anche fuori dei casi di flagranza e di quelli previsti al comma 1 dell’articolo 384 del codice di procedura penale, il pubblico ministero può disporre “con decreto motivato, il fermo della persona gravemente indiziata di uno dei delitti previsti dagli articoli 572, 582, 612-bis del codice penale o di delitto, consumato o tentato, commesso con minaccia o violenza alla persona per il quale la legge prevede la pena dell’ergastolo o della reclusione superiore nel massimo a tre anni, quando sussistono specifici elementi per ritenere grave e imminente il pericolo che la persona indiziata commetta gravi delitti con uso di armi o di altri mezzi di Violenza personale, quando non è possibile, per la situazione di urgenza, attendere il provvedimento del giudice”.

Possibile la vigilanza a tutela delle vittime

“L’organo di polizia che procede a seguito di denuncia o querela” commessi “in ambito di violenza domestica, qualora dai primi accertamenti emergano concreti e rilevanti elementi di pericolo di reiterazione della condotta, ne dà comunicazione al prefetto che, sulla base delle valutazioni espresse nell’ambito delle riunioni di coordinamento può adottare misure di vigilanza dinamica, da sottoporre a revisione trimestrale, a tutela della persona offesa”.

Carcere per chi manomette il braccialetto

Il DDL prevede anche il carcere per chi manomette il braccialetto elettronico e obbligo di informare la vittima se il suo aggressore sta per essere scarcerato.

Il testo è frutto del lavoro delle ministre Elena Bonetti, Luciana Lamorgese, Marta Cartabia, Mara Carfagna, Maria Stella Gelmini e Erika Stefani.

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