Vittorio Sgarbi è stato espulso dall’Aula della Camera dei Deputati dopo essere stato richiamato a indossare la mascherina mentre parlava la vicepresidente Maria Edera Spadoni. Sgarbi, infatti, stava gridando dal suo banco, senza il dispositivo, durante la discussione per l’istituzione della Giornata nazionale contro l’omofobia.
In una nota il politico e critico d’arte 68enne ha affermato: «Fico è un fascista. E con lui anche il vice presidente della Camera Maria Edera Spadoni che mi ha espulso dall’aula. L’uso della mascherina è solo un pretesto. In realtà Governo e maggioranza non tollerano il dissenso. Tra l’altro proprio oggi avevo prodotto il certificato medico che attesta la rinite cronica di cui soffro da 40 anni e quindi la controindicazione proprio all’uso della mascherina; ma Fico non ne ha tenuto conto».
«Togliere la parola, impedirti di parlare e cacciarti via dall’aula – ha proseguito – è una inaccettabile forma di violenza alla quale non mi piegherò mai. Se ciò, come è ancora accaduto, avviene in Parlamento, quello che dovrebbe essere per definizione il luogo simbolo della libertà di pensiero e di parola, è la fine della democrazia. Sappiano, allora, che tornerò a dire ciò che penso. Con la stesa foga, con la stessa veemenza, con tutte le mie forze. Potranno buttare fuori, di peso, il mio corpo, ma le mie parole, i miei pensieri resteranno. E soprattutto resisteranno. Oltre le grigie e inutili vite di personaggi mediocri e inutili come Fico e la Spadoni».
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