L’inverno 2025-2026 potrebbe essere più dinamico e imprevedibile del solito, ma i meteorologi invitano alla cautela: un vortice polare debole non basta a garantire gelo e neve.

Ogni inverno torna protagonista delle analisi meteo il vortice polare, spesso evocato con toni drammatici come se fosse una minaccia pronta a riversarsi sull’Europa. Ma cos’è davvero, e perché se ne parla così tanto in questo autunno 2025?

Secondo gli esperti, la sua attuale debolezza potrebbe rendere l’inverno più “vivace” e meno stabile rispetto agli ultimi anni. Tuttavia, parlare già ora di un’ondata di gelo sull’Italia è prematuro: servono altri elementi, come la posizione degli anticicloni e la risposta della troposfera.

Che cos’è il vortice polare (e perché non è una “bolla di gelo”)

Il vortice polare non è un “contenitore di aria gelida” pronto a esplodere sul Mediterraneo. È una struttura atmosferica complessa, una cintura di venti fortissimi che ruota attorno al Polo Nord, sia in stratosfera (20-30 km di quota) che in troposfera, dove si formano le perturbazioni che influenzano il nostro clima quotidiano.

Quando questo sistema è forte e compatto, il freddo resta confinato nell’Artico. Ma quando il vortice si indebolisce o si deforma, l’aria fredda può scendere verso sud, provocando irruzioni gelide anche sull’Europa.

Due sono i principali scenari di “disturbo”:

  • Displacement: il vortice si sposta lateralmente, diventando ellittico;
  • Split: si divide in due lobi, con effetti potenzialmente più duraturi e importanti.

Ma, come spiegano gli esperti di 3BMeteo, non basta che la stratosfera si scaldi o che il vortice si spezzi: “Ciò che conta è se il disturbo riesce a modificare il jet stream, propagandosi fino alla troposfera”.

La situazione attuale: un vortice polare debole e “sotto attacco”

I centri meteorologici europei confermano: il vortice polare si trova in una fase di evidente fragilità già da ottobre. Gli ultimi dati evidenziano:

  • venti zonali più lenti della media;
  • La Niña nel Pacifico, che tende a favorire un inverno dinamico;
  • combinazione con una QBO negativa, tipica di vortici vulnerabili;
  • disturbi precoci al sistema già in autunno.

Secondo AbruzzoNews24, questi fattori potrebbero aprire la strada a un inverno 2025-2026 più freddo e nevoso della media in diverse aree dell’emisfero nord. Ma per l’Italia, almeno nella prima parte della stagione, le previsioni sono più caute.

Inverno a due velocità: che inverno ci aspetta in Italia?

Le proiezioni stagionali parlano di un inverno a fasi alternate, non gelido in modo continuo ma con picchi di freddo potenzialmente intensi, soprattutto se l’anticiclone russo entrerà in scena.

Novembre-dicembre: mite ma instabile

  • In avvio di stagione prevalgono correnti atlantiche, con piogge e temperature spesso sopra la media;
  • Il freddo resta confinato a nord-est dell’Europa.

Da metà dicembre in poi: possibili svolte

  • Un vortice debole può favorire blocchi anticiclonici alle alte latitudini;
  • Aumentano le possibilità di discese fredde su Europa centrale e Italia;
  • Neve più probabile al Nord e lungo l’Adriatico.

Come spiegano gli esperti, il rischio non è tanto un inverno estremo, ma più variabile e con “colpi di scena” frequenti.

Ma farà freddo davvero? Non è detto

Uno degli errori più comuni è pensare che vortice debole = gelo assicurato. In realtà, un vortice disturbato crea maggiore instabilità, ma il risultato dipende da tanti altri fattori.

Le variabili in gioco:

  • Dove si sposterà il vortice? Verso il Canada o l’Atlantico?
  • L’anticiclone russo si consoliderà o resterà marginale?
  • Come reagirà il jet stream (la corrente a getto)?

La presenza di La Niña, QBO negativa e segnali precoci di disturbo sono importanti, ma servono incastri perfetti per portare freddo duraturo in Italia.

Vortice polare: un osservato speciale, non un oracolo

Tutti i modelli invitano a non cadere nel sensazionalismo. Il vortice polare sarà senza dubbio un attore chiave dell’inverno, ma non è lui a decidere da solo il clima delle prossime settimane.

Come sottolinea 3BMeteo, “anche uno split non significa automaticamente freddo: tutto dipende da come risponde la troposfera”. Solo se il disturbo stratosferico riesce a propagarsi in basso e a deviare il jet stream si possono creare le condizioni per freddo intenso.

Lo sapevi che…?

  • Il celebre inverno del 1985, uno dei più rigidi del secolo in Italia, fu causato proprio da uno split del vortice polare, seguito da una risposta forte della troposfera.
  • La QBO (Oscillazione Quasi Biennale) è un ciclo naturale dei venti stratosferici equatoriali che può rendere il vortice polare più o meno stabile a seconda della sua fase (positiva o negativa).

FAQ – Le domande più comuni

Cos’è il vortice polare?
È una vasta struttura di venti che ruota attorno al Polo Nord e trattiene l’aria fredda alle alte latitudini.

Se il vortice è debole, farà molto freddo?
Non sempre. Un vortice debole aumenta la probabilità di irruzioni fredde, ma non le garantisce.

L’inverno 2025-2026 sarà più freddo del solito?
Potrebbe esserlo in alcune fasi, ma la prima parte sembra ancora mite e instabile.

Cosa può portare la neve in Italia?
L’interazione tra un vortice debole e l’anticiclone russo può pilotare aria fredda verso il Mediterraneo.

Quando sapremo se arriverà davvero il freddo?
Solo i prossimi aggiornamenti a medio termine daranno certezze su eventi specifici.