Mi hanno chiesto cento euro per un voto, è una cosa incredibile e inaccettabile”: Ismaele La Vardera è in prima linea e tocca con mano quanto sia combattuta – e con le solite armi improprie – questa campagna elettorale, che il prossimo 25 settembre porterà i siciliani ad eleggere il nuovo presidente e i 70 deputati dell’Assemblea regionale siciliana. La Vardera, candidato all’Ars con la lista “De Luca Sindaco di Sicilia”, nel collegio di Palermo, racconta così quella richiesta scellerata: “avevo chiesto a una persona di sostenermi, mi ha risposto che per il suo voto voleva 100 euro. E me l’ha scritto su facebook. Ovviamente ho conservato lo screenshot”. Ma questo sarebbe soltanto uno degli esempi di quel malcostume che ancora oggi inquina le competizioni politiche in Sicilia.

La Vardera, “farò esposto in Procura sul malcostume in campagna elettorale”

Insomma, il giornalista d’inchiesta non ha perso il graffio da “Iena”. Sta raccogliendo le prove di quel che accade in campagna elettorale ed annuncia un esposto: “Ho già un bel malloppo, alla fine della campagna elettorale presenterò una bella denuncia alla Procura”, ha annunciato a Talk Sicilia.

“Con De Luca per cambiare la Sicilia”

E’ il minimo chiedersi se La Vardera si sia già pentito d’avere abbandonato “Le Iene” per seguire Cateno De Luca nel suo cammino verso Palazzo d’Orleans. A sentirlo, a poche ore dal risultato delle urne, non sembra ci sia alcun ripensamento: “Ho fatto una scelta coraggiosa. Da giornalista d’inchiesta ero al programma “Le Iene” , ero in una fase anche di ascesa. Tra gli ultimi servizi che ho fatto ricordo una missione in Ucraina, sul fronte della guerra a raccontare la storia dei profughi. Avrei dovuto continuare a seguire servizi molto importanti come inviato del programma. Ho tagliato la mia carriera per un progetto politico che era ancora nascente”.

Con De Luca non è stato esattamente un amore a prima vista. Anzi. Al primo incontro La Vardera s’era presentato per mettere in carniere un’inchiesta, una della sue inchieste, graffianti e in profondità. Ma poi è scattato qualcosa. Il politico e il giornalista hanno scoperto un orizzonte in comune. E La Vardera ha scommesso su Cateno. “Si, è stata una scommessa, ma io ci ho creduto e ci credo perché, alla fine, c’è un momento nella vita in cui ciascuno di noi deve fare i conti e chiedersi cosa vuole fare per la sua terra. Io amo profondamente la Sicilia e  me ne sono dovuto andare via da questa terra quando avevo soltanto 22 anni. Ogni volta che tornavo qui stavo male, quando arrivava il momento di dover chiudere le valigie e tornare a lavorare a Milano.  Ho deciso di provare a cambiare le cose. Lo avevo già fatto cinque anni fa, quando mi sono candidato alla carica di Sindaco di Palermo.  Non è andata benissimo, mi sono dovuto scontrare ancora con quella vecchia politica becera del do ut des, dello scambio.

“In Sicilia bisogna fare tabula rasa”

Cinque anni dopo, le cose in Sicilia come vanno? “Non è cambiato nulla, non solo non è cambiato nulla, ma è peggiorata la situazione. Perché cinque anni fa almeno certi soggetti avevano il rossore di non presentarsi in prima persona e stavano dietro le fila.  Adesso invece certi soggetti sono in prima, sono centrali nel dibattito pubblico, diventano anche partecipanti ai tavoli politici. Questo fa capire che questa terra, la terra di Sicilia, deve avere il coraggio di mettere un nuovo inizio, deve cercare di fare una tabula rasa e partire da zero. Partire da zero con quelle persone che hanno veramente saputo amministrare dimostrando di essere amministratori. A Cateno De Luca dicono di essere un urlatore. Ma lui ha sempre amministrato bene e la gente lo sostiene”.

De Luca vincerà le elezioni regionali

La Vardera non ha dubbi. “De Luca vincerà, sarà il sindaco della Sicilia:  “non vi lasciate influenzare dal cosiddetto voto vincente di Schifani. La partita è apertissima. Gli addetti ai lavori sanno che questa elezione si vincerà con il filo di lana sul filo di lana e soprattutto noi siamo lì, siamo pronti per vincere, siamo pronti per governare, siamo pronti per dare un’alternativa. Ve lo dico chiaramente, se volete Schifani è perchè volete tornare al passato, volete tornare ai soliti soggetti che hanno amministrato la cosa pubblica. Ai siciliani dico, fate pure. Ma io non credo che non sia così perchè i siciliani vogliono cambiare questa terra. Mandiamo a casa i vecchi volponi della politica. Quando sono nato Renato Schifani ho 29 anni, era già seduto in Parlamento. Cosa ha portato di cambiamento la nostra terra? ”

 

 

 

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