Doveva essere il partito che avrebbe fatto da ago della bilancia, invece non riesce neanche a superare lo sbarramento. Ap di Angelino Alfano e Gianpiero D’Alia mostra tutti i suoi limiti proprio in sicilia dove avrebbe dovuto far vedere la propria forza elettorale. E non basta il tentativo di Alfano di riprendersi in corner sostenendo che se le elezioni fossero state nazionali lo sbarramento (in quel caso al 3%) sarebbe stato superato.

La resa dei conti, annunciata già ieri, potrebbe concretizzarsi già in serata con la direzione per concludersi sabato.

Sul banco degli accusati c’è già Dore Misuraca, il deputato siciliano artefice dell’accordo con il Pd in Sicilia, che qualcuno vorrebbe dimissionario dall’incarico di responsabile enti locali. Ma al di là dei singoli, è tutta la strategia degli ultimi mesi a essere messa in discussione. A suonare la carica è il presidente del Consiglio regionale della Lombardia Raffaele Cattaneo, secondo cui l’alleanza con il Pd in Sicilia “è stata innaturale e rifiutata dai nostri elettori”.

“Ora – avverte – mi aspetto dei fatti conseguenti e decisivi, altrimenti credo che molti, me compreso, dovranno prendere decisioni sulla strada politica da imboccare. Uscire dal partito? Lo valuteremo”.

In questo clima oggi in Sicilia arriva il ‘siluro’ ad Alfano da Simona Vicari.  “Il risultato di Alternativa popolare in Sicilia è stato deludente oltre ogni previsione – dice la sentarice-  frutto di numerosi errori di valutazione politica e di comunicazione da parte di tutto il gruppo dirigente del Partito. Dobbiamo prenderne atto. Abbiamo presentato liste pulite ma abbiamo candidato anche ex componenti del governo Crocetta, uno dei peggiori governi della storia della Sicilia che avremmo invece fatto meglio a non sostenere fino alla fine”.

Ma la Vicari va ben oltre “Adesso è ora di svolgere una riflessione seria sulla strada da percorrere nel prossimo futuro per non incorrere nei medesimi errori del passato più recente nel rispetto prioritario delle oltre 80mila persone che in Sicilia hanno scelto domenica scorsa i nostri candidati”. ed decco il siluro ad Alfano “Nascondere questo risultato dietro calcoli percentuali che dimostrerebbero la possibilità di restare in vita a livello nazionale, puntando semplicemente a superare il 3 per cento nazionale, è un atteggiamento sbagliato, lontano da chi intende fare politica per incidere nella realizzazione del bene comune”.

A difendere Alfano c’è, invece, il vice capogruppo alla Camera Sergio Pizzolante “Si può perdere nella vita pur avendo fatto la scelta giusta. Ha ragione Alfano, abbiamo perso ma abbiamo fatto la scelta giusta. Per una forza moderata e centrista che ha governato il Paese per 5 anni con il Pd e altre forze, non c’era in Sicilia e non potrà esserci in Italia altra scelta se non quella di organizzare un’alleanza partendo dall’area di governo. Come dice Franceschini! E’ una questione prima etica, di coerenza e poi, anche, politica. Altrimenti si rinnega il proprio lavoro. E allora non hai piu’ nulla da raccontare”.

Poziioni diverse, dunque, fuga in corso dal partito del Ministro degli esteri o cos’altro?

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