Circa 8000 dipendenti, versamenti contributivi di oltre 4 milioni di euro ogni mese nei confronti dell’Inps, ma Durc (Documento unico di regolarità contributiva) documento necessario ed indispensabile per ottenere pagamenti da parte di qualsiasi amministrazione pubblica, negativo. Non perché i contributi non siano stati versati ma per  una differenza di 14 euro e 20 centesimi su 4 milioni di euro circa.

Ad incorrere in questa vicenda tipicamente italiana di malaburocrazia targata Inps non è una società privata qualsiasi ma Terna, il grande gestore della rete elettrica italiana. Un colosso fra le aziende del Paese.
Eppure Terna non può incassare fondi da Comuni, Regioni, Stato, amministrazioni e agenzie pubbliche italiane perché il Durc è negativo.

A parte le evidenti possibili conseguenze per una azienda di queste dimensioni che ha progetto aperti praticamente con tutte le amministrazioni italiane, esistono ricadute anche sulle opere, sul Paese e sull’andamento della spesa pubblica.

Succede così che la Regione siciliana sia pronta a versare a terna il 40% di anticipazione a valere sui fondi europei per la realizzazione di progetti di efficientamento della rete elettrica siciliana ma non possa procedere perché il Durc blocca la procedura di pagamento.

Oltre il danno, la beffa. I fondi che la regione è pronta a spendere, infatti, appartengono alle quote di fondi comunitari che potrebbero andare in scadenza al 31 dicembre. Il rischio, per assurdo, è che i progetti ci sono, i documenti sono fatti, le approvazioni completate, il soggetto attuatore è attivo e perfino la Regione e pronta a spendere ma non può col rischio disimpegno ovvero con la possibilità che l’Europa di riprenda i soldi dell’intero progetto: 40 milioni di euro circa. E tutto perché qualcuno ha commesso un errore di 14 euro su 4 milioni.

Scavando più a fondo si scopre che le 14 euro e 20 centesimi corrispondono ad una sanzione risalente a un paio di anni fa e relativa ad un disallineamento fra versamenti e denunce. Insomma una sciocchezza che Terna ha già risolto provvedendo al pagamento della ridicola somma dovuta.

Il Durc negativo, fanno sapere dall’Inps, scatta in automatico in presenza di un insoluto. Ma il problema è, probabilmente, proprio questo: nessuno valuta l’opportunità e la congruità di un simile provvedimento fortemente penalizzante per una azienda a fronte, magari, di un irrisorio errore come questa vicenda denuncia. Provvedimenti che vengono assunti incuranti delle conseguenze