A Monreale è stato possibile non pagare l’acqua anche per sette anni consecutivi, senza incorrere in sanzioni o nel distacco dell’utenza.

Nel corso del consiglio comunale del 10 luglio, i 22 consiglieri comunali presenti hanno votato all’unanimità il nuovo regolamento comunale dell’acquedotto civico prevedendo, in particolare, la rateizzazione dei debiti maturati da parte dei cittadini morosi che per tanti anni non hanno pagato le fatture.

Nel caso di ingenti somme si potrà diluire il debito anche in 24 rate. Alla base della proposta giunta in aula, la necessità di andare incontro alle esigenze “degli utenti – si legge testualmente nel regolamento – che hanno manifestato concretamente l’interesse e la volontà di pagare incontrando però un’oggettiva difficoltà stante l’attuale congiuntura economica e la crisi finanziaria che caratterizza la vita delle famiglie anche nella nostra Città“.
Sull’argomento ha fatto pesanti considerazioni il consigliere comunale Toti Gullo che ha parlato di complicità, collusione, corruzione. Ipotizzando che dietro il mancato pagamento delle somme da parte di interi condomìni vi possa essere lo zampino di alcuni dipendenti comunali che non avrebbero ottemperato alla verifica del regolare pagamento delle bollette, e che quindi si siano potuti macchiare di gravi reati, a tal punto da meritare il licenziamento.
“I funzionari devono fare rispettare quello per cui sono pagati, se no vanno a casa. Sono centinaia di migliaia di euro che vengono tolti alla comunità. (…) Io vorrei sapere cosa è successo agli impiegati che per 5/6/7 anni non hanno fatto pagare l’acqua”.

Il controllo dei pagamenti, spiega Gullo, non è di competenza dell’assessore al ramo ma dell’impiegato comunale. Il consigliere di Alternativa Civica lancia una pesante accusa: “se per sette anni si arriva a queste conseguenze significa che c’è stata complicità, connivenza o corruzione. E questo lo dico forte e chiaro. Se ci sono stati condomìni che per 7 anni non hanno pagato e sono reiteratamente a fare questo c’è complicità, collusione o anche corruzione. (…) Chiedo che non in commissione ma in consiglio comunale, i funzionari, gli impiegati adibiti al controllo del pagamento delle bollette vengano a dire perché non hanno fatto il loro dovere. Se qualcuno dice che la classe politica gli ha detto di non farlo, lo dicano e siano licenziati. Per colpa e per dolo”.

Gullo continua ricordando come in seguito ad una sua passata interrogazione venne fuori che il titolare di un esercizio commerciale non pagava il suolo pubblico da 7 anni. Il grosso debito maturato venne quindi rateizzato nel tempo, ma si accertò in seguito che lo stesso debitore aveva pagato solo la prima rata, e “che nessuno aveva verificato che le rateizzazioni erano state pagate”.

“Voglio la verifica che le rateizzazioni siano effettivamente pagate. Perché è così, le rateizzazione in questo comune non sono pagate, e c’è stata la dimostrazione a seguito della mia interrogazione”.

Sempre a proposito di chi doveva controllare il pagamento del suolo pubblico, prosegue Gullo, “Ancora a distanza di tre anni, non mi è stato comunicato chi era il funzionario che non ha fatto il suo dovere. E qui ricorriamo nei casi di perdita di denaro pubblico”. Il consigliere ha quindi chiesto all’assessore al ramo, Santo D’Alcamo, una relazione sul “perché gli impiegati non hanno fatto il loro dovere”.

Alcuni condomìni sono morosi per un importo anche superiore ai 70.000 euro, per altri il debito ha raggiunto i 100.000 euro, senza tra l’altro che all’utente, già dopo i primi insoluti, venisse interrotta la fornitura del servizio.