Giuseppe Maurizio Spanò, 53 anni, infermiere, processato con rito abbreviato davanti al gup di Marsala Riccardo Alcamo per violenze sessuali su pazienti sedati per esami diagnostici, e per il quale il pm Silvia Facciotti ha già chiesto la condanna a 13 anni di carcere, ha chiesto e ottenuto la sospensione del processo.
Nell’istanza presentata afferma che la rilevanza mediatica del “caso” può influenzare il giudice e i periti. Per “legittima suspicione”, quindi, chiede il processo venga affidato ad altro giudice.
Il gup Riccardo Alcamo ha, perciò, sospeso il processo, inviando gli atti alla Corte di Cassazione che adesso dovrà decidere se il dibattimento dovrà continuare davanti allo stesso magistrato oppure no.
L’infermiere, agli arresti domiciliari dal 15 marzo 2016, avrebbe compiuto gli abusi sessuali nello studio medico privato di via Sanità, a Marsala, del gastroenterologo Giuseppe Milazzo.
In una precedente udienza, due periti super partes nominati dal giudice (il medico-psichiatra Gaetano Gurgone e la psicoterapeuta Francesca Lombardi) hanno spiegato che l’infermiere, quando agiva, “era assolutamente in grado di intendere e di volere”. La difesa, infatti, puntava sulla “parziale” incapacità di intendere e volere dell’imputato. Il processo nasce dalla riunione di due procedimenti.
Quello relativo alla prima denuncia sporta da una donna che si risvegliò dalla sedazione prima del previsto e quello avviato per i sei casi di abusi filmati dalle telecamere successivamente installate dai carabinieri.
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