In questi giorni al santuario di Santa Rosalia, a Monte Pellegrino, fervono i preparativi per la festa della Patrona di Palermo. Ma ad un collega giornalista, Michele Amato, che segue per lavoro gare podistiche, è accaduta una singolare disavventura. Pur essendo munito di regolare pass rilasciato dal Comune di Palermo, non ha potuto accedere all’area pur avendo la necessità di recarvisi.

Ecco il suo racconto: “Un pass, che non è servito a nulla e l’ordinanza dirigenziale del Comune di Palermo. Questo è tutto quello che leggerete e vedrete in merito all’Acchianata a Santa Rosalia, affascinante gara podistica che dalle falde di Montepellegrino, attraverso la Scala Vecchia, porta su fino al belvedere della Santuzza. La buona volontà di seguire ed informare sulla gara c’è stata tutta: sveglia presto, un veloce caffè, per poi raggiungere il luogo del ritrovo: le foto ai podisti, qualche chiacchiera, ed il buon Ferruccio Bono (organizzatore dell’evento) che, tra le mille cose da fare (quando si organizza una gara non si può stare tranquilli fino all’ultimo) ha diviso i PASS affinchè gli addetti ai lavori potessero seguire la competizione nel suo evolversi e fino alla sua conclusione proprio al belvedere, con arrivi e “sasizzata” finale.

Il via, gli atleti che cominciano le loro fatiche e io che auto-munito comincio a salire direzione Santuzza. Un paio di soste per riprendere stanchezza e sudore di coloro che corrono o camminano l’Acchianata fino alla piazza del Santuario dove, un SOLERTE agente della Polizia Municipale, mi impedisce di imboccare con l’auto l’ultimo pezzo che dalla piazza porta al belvedere, intimandomi di posteggiare l’auto e continuare a piedi…inutili le mie rimostranze, inutile dire che stavo lavorando (anche lui stava lavorando e forse per questo motivo era un po’ più incazzato di me), inutile fargli vedere il PASS…” non me ne frega niente” ha commentato gonfiandosi il petto come un fagiano…lei – ha continuato – deve aspettare che passino tutti gli atleti e poi sale”;…inutile ripetergli che io ero la proprio per gli atleti, per fotografare i loro arrivi per prendere nota dei vincitori; inutile pensare di fare l’ultimo tratto a piedi…sotto il sole sempre più “pungente” e con quasi 10 minuti di strada sarei arrivato quando la gara sarebbe giunta ai titoli di coda. Non riuscendo a dialogare e a farmi capire con il SOLERTE agente, e avendo raggiunto il limite per la sopportazione…ho deciso (almeno in questo sono ancora libero di farlo) di fare inversione e tornarmene a casa…

Tante le perplessità – conclude Amato – in particolare una domanda me la sono fatta… ma sarò stato l’unico a subire questo trattamento (vedi antipatia a pelle con il SOLERTE vigile) o qualcun’altro ha subito lo stesso trattamento…ai posteri la risposta a me alla fine interessa poco…Io almeno adesso sono davanti al computer a scrivere e a godermi l’aria condizionata, il SOLERTE vigile invece (che sicuramente ha fatto il suo dovere, quello di rendere sempre più simpatica l’intera categoria) secondo me è ancora sotto il sole…chi sta meglio?”