Si chiama affido o affidamento familiare ed è uno strumento che ha lo scopo di porre rimedio a situazioni di temporanea inabilità dei genitori di minori che ostacolino il diritto del minore alla propria famiglia. Di questo si è parlato a Bagheria nel corso di un convegno promosso da AFAP, l’Associazione che riunisce le famiglia affidatarie di Palermo

De Trovato, “serve percorso formativo”

Per Adriana De Trovato, presidente Afap, l’Associazione che raggruppa le famiglie affidatarie a Palermo “è necessario avviare un percorso di formazione professionale rivolto alle figure che gestiscono i progetti di affido. Ed è un percorso nel quale coinvolgere anche le famiglie che sono disponibili a diventare affidatarie. Per questo motivo, Afap chiede un incontro con i vertici dell’Assessorato regionale alla Famiglia, primo referente in tema di attuazione dei progetti di affido in Sicilia”.

Affido familiare, numeri in costante crescita

E’ complicato avere uno spaccato preciso del fenomeno dell’affidamento, procedura che chiaramente non ha nulla a che vedere con l’adozione. Con l’affido familiare, infatti, c’è l’obiettivo finale di restituire il minore alla propria famiglia naturale. I dati più recenti di questo settore si riferiscono al 202o e sono stati diffusi l’anno scorso  in un report dal Viminale. Quel prospetto riepiloga così i dati nazionali riguardo all’affido familiare dei minori: 12.815 persone  a cui vanno aggiunti 13.408 tra bambini e ragazzi di 0-17 anni accolti nei servizi residenziali.

Affido, una misura temporanea

L’affidamento è una misura temporanea. La legge 28 marzo 2001, n. 149 fissa la lunghezza massima dell’affido a 24 mesi, prorogabile da parte del tribunale per i minorenni laddove se ne riscontri l’esigenza. Eppure, a fine anno 2020 più della metà degli affidamenti mostra una durata superiore ai 2 anni: quasi il 22% dai 2 ai 4 anni, e nel 39% dei casi si va oltre i 4 anni. Questo dipende anche dal fatto che le norme stabiliscono il principio della continuità degli affetti assicurando la continuità delle relazioni socio-affettive consolidatesi durante l’affidamento. E questo è un principio da rispettare  anche quando il minore  farà ritorno nella famiglia di origine.

 

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