“Dopo la manifestazione del Pride io e un mio amico ci siamo recati in un locale in via Dante di street food. Eravamo tutti un po’ più estrosi, ma non è una ragione valida affinché quello che sto per raccontare accada”. Simone Intravaia, ventottenne di Palermo, è stato vittima di un’aggressione durante il Palermo Pride. “È umiliante e umanamente triste perché è chiaramente un atto di omofobia”.

Le parole di Simone Intravaia

Nonostante il corteo abbia animato le strade di Palermo dipingendole di arcobaleno, purtroppo si è verificato questo spiacevolissimo evento che ha coinvolto Simone e un suo amico. “Dopo il corteo, sono entrato in un locale e stavo per chiedere all’esercente di ordinare. In quel momento un ragazzo e una donna seduti al tavolo iniziano ad offendere la mia persona dicendo: “Fai schifo. Esci dal locale, sei nudo”. Al che le dico che non devono permettersi perché non sto compiendo atti osceni in luogo pubblico e non sono nemmeno con parti intime scoperte. È mio diritto prendere qualcosa da mangiare”. A dichiarare quanto scritto è proprio la vittima che racconta atterrita la vicenda, sottolineando soprattutto la reazione dei responsabili del locale che di fronte ad un atto del genere abbiano chiesto a Simone di andar via.

“Hanno permesso che fossi io quello ad andarmene”

“La situazione prosegue e la cosa che più mi ha sconvolto è stata la reazione dei responsabili del locale che hanno chiesto a me e al mio amico di uscire, non a chi mi stava aggredendo. Hanno permesso che fossimo noi ad andarcene via. La donna seduta al tavolo ha continuato a dire quanto facessimo schifo secondo lei e ha iniziato a filmarci. Il mio amico gli ha chiesto di smetterla perché comunque non poteva riprenderci senza il nostro consenso anche perché non stavamo facendo nulla. Il ragazzo ha aggredito fisicamente il mio amico e dopo me. Riporto dei lividi nel basso ventre e chiaramente chiamo i Carabinieri e l’ambulanza. Ma nel momento in cui lo faccio, sono scappati via. Non ho sporto denuncia perché i tempi sono decisamente lunghi dal momento che si tratta di ignoti. I passanti però ci hanno sostenuto tantissimo”. Più aspetti rendono questa storia aberrante e il fatto che si sia verificata durante il Pride è uno di quelli, ma non solo. Al di là dell’importante ricorrenza, ciò che ha spinto gli aggressori a compiere ciò è frutto di un credo generazionale che vuole ammutolire e pestare chi si batte ogni giorno per avere i propri diritti tutelati. “La gente si chiede perché organizziamo il Pride e perché vogliamo il Ddl Zan. Il motivo è anche perché quando accadono queste cose, desideriamo che vengano le forze dell’ordine per agire”.

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