Aggredito e rapinato nel portone di casa. E’ successo ad un uomo che in via Paolo Emiliani Giudici è stato accerchiato da tre giovani che lo hanno afferrato e gli hanno portato via il portafoglio con documenti, carte di credito e soldi. L’uomo stava rientrando a casa quando con una scusa è stato bloccato da un giovane.
Poco dopo sono arrivati i due compari che hanno minacciato l’uomo. Dopo la rapina i tre sono fuggiti verso il mercato di Ballarò. L’uomo impaurito ha chiamato il 112.
Sono arrivati gli agenti di polizia e i sanitari del 118. Per la paura la vittima è stato portato al pronto soccorso dell’ospedale Civico. Dopo alcuni controlli è stato dimesso. I poliziotti hanno raccolto la testimonianza dell’uomo e stanno cercando acquisire le immagini di videosorveglianza della zona per cercare di individuare i rapinatori.
Sei rapinatori arrestati
La Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 6 soggetti, accusati di associazione per delinquere dedita alla commissione di rapine ai danni di istituti di credito.
I destinatari dei provvedimenti giudiziari
Gli arrestati per la rapina in banca a Terrasini sono Francesco Cardella 67 anni, (già detenuto) Natale Santoro, 45 anni, Alessandro Santoro, 43 anni, (già in custodia domiciliare con monitoraggio elettronico); Carlo Foggia, 43 anni, Vincenzo Marino, 61 anni, (già detenuto) e Antonio Cirivilleri. 63 anni,(già detenuto).
Le indagini sono partite dalla rapina dello scorso anno compiuta il 4 aprile alla filiale Credem di Terrasini. Dopo quel colpo sono stati eseguiti 5 fermi.
Stando a quanto ricostruito dagli investigatori della squadra mobile, indagini che hanno portato all’operazione dello scorso maggio, anche grazie alle telecamere di videosorveglianza, cinque persone hanno assaltato la filiale del Credito Emiliano. Tinnirello e Santoro avrebbero fatto da “pali” controllando l’eventuale arrivo delle forze dell’ordine, mentre a portare a termine il piano sarebbero stati Cardella, Marino e Cirivilleri. Prima di entrare avrebbero indossato mascherine, cappucci e guanti così da nascondere le loro identità.
La ricostruzione del 2 maggio
I rapinatori avrebbero quindi minacciato i presenti e li avrebbero immobilizzati, per 40 interminabili minuti, utilizzando le fascette per legare mani e piedi. A quel punto avrebbero svuotato la cassaforte, dentro cui c’erano 84 mila euro, e avrebbero costretto un dipendente ad eseguire dieci prelievi da duemila euro ciascuno dalle casse in rapida successione. Poi sarebbero fuggiti facendo perdere le proprie tracce, convinti – almeno sino a pochi giorni fa – di averla fatta franca.
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