Sono in corso indagini per risalire a quanti hanno preso parte alla sparatoria di ieri pomeriggio allo Zen di Palermo. Alla squadra mobile sono in corso gli interrogatori per cercare di risalire al commando che ha cercato di uccidere Giuseppe e Antonino Colombo padre e figlio.
“Sono almeno una decina che si sono presentati a bordo di auto e moto a quello che doveva essere un incontro di chiarimento per un dissidio sorto di mattina – afferma Rodolfo Ruperti capo della squadra mobile di Palermo – Sono stati sparati numerosi corpi e quando i due uomini feriti sono riusciti a fuggire i giovani che hanno preso parte alla sparatoria hanno iniziato a ripulire la zona dai bossoli”.
I due gruppi i Colombo da un lato e i Maranzano dall’altro si sono affrontati ieri pomeriggio in via Filippo Patti. Si è intuito subito che non era un chiarimento. L’aggressione è iniziata subito. Giuseppe Colombo è stato colpito da una testata. Poi calci e pugni anche per Antonino. Poi sono uscite le pistole. Tante che hanno sparato. Alla fine anche Litterio Maranzano è rimasto ferito con un taglio alla nuca. Ancora i partecipanti al commando non sono stati identificati, ma diversi testimoni avrebbero raccontato quanto successo.
Non è chiaro cosa abbia innescato lo scontro e la sparatoria. Certo che allo Zen in questi ultimi mesi gli equilibri tra le famiglie sono saltati. Le indagini sono coordinate dalla Dda con il procuratore aggiunto Salvatore De Luca e i pm Amelia Luise e Emanuele Faletra. Due al momento i fermi per tentato omicidio a carico dei fratelli Letterio Maranzano e Pietro Maranzano di 35 e 19 anni. Loro, secondo gli inquirenti in via Patti ieri c’erano e non erano soli.
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