Da oggi anche a Palermo, come già da quasi un secolo a Napoli, sarà possibile pagare un caffè sospeso. Il locale che nel capoluogo isolano darà il via a quello che nella città di Pulcinella è una tradizione è il “Bar Oliver” di via Sampolo 480.

Il “caffè sospeso” è una bella pagina etica nella storia dei bar napoletani. Il cliente che chiede un caffè, se vuole, può pagarne due, uno lo consuma e l’altro, appunto, rimane “sospeso” a disposizione di chi richiede un espresso e non se lo può permettere.
Salvatore Prester (nella foto accanto al titolo), titolare del “Bar Oliver”, avvia questa encomiabile iniziativa nella speranza che il bel gesto venga suggerito dagli altri esercenti ai propri clienti e venga preso in considerazione anche sugli altri prodotti.
“Praticamente – riferisce il signor Prester – chi non si trovasse nelle condizioni di potersi permettere una delle bevande più amate dagli italiani, potrà entrare nel mio locale e chiedere: c’è per caso un caffè sospeso?. A quel punto, se un anonimo quanto generoso avventore avrà pagato un caffè in più oltre alla propria consumazione, gli preparerò un espresso senza che questi debba uscire un solo centesimo. Adesso spero che, in un momento di crisi qual è quello attuale, la mia iniziativa possa essere imitata da tanti altri miei colleghi”.

UN PO’ DI STORIA Il caffè sospeso è un’usanza nata a Napoli durante la seconda guerra mondiale. Per solidarietà in un momento critico della storia italiana, chi poteva pagava alla cassa il proprio caffè e ne aggiungeva un altro da lasciare in sospeso, destinato a chiunque lo chiedesse.

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