E’ in pieno svolgimento a Palermo la Fiera Campionaria del Mediterraneo, giunta alla sua 66a edizione, che chiuderà i battenti l’11 giugno.
Secondo un copione ormai consolidato tanti, non solo palermitani, si aggirano per gli stand che offrono beni e servizi tra i più disparati: dalla casa al giardinaggio, dalla cucina al tempo libero, dal “fai da te” ai giocattoli, tutti rigorosamente prodotti altrove e portati tra noi per essere venduti.

Al suo interno, silenziosamente e lentamente si fa spazio una iniziativa che intende proporre un valore aggiunto attraverso manifestazioni artistiche. Torna infatti per il terzo anno ArteMed – Artisti in Fiera, la manifestazione che rappresenta il lato artistico – culturale della Fiera.
Un evento organizzato da Medifiere e da ArtEventiSicilia.it con la direzione artistica di Angela Sclafani e la partnership di Confartigianato e Confcooperative.

Sono presenti due sezioni: una dedicata ai dipinti, alle sculture e alle fotografie e la seconda, punta invece i riflettori sugli artigiani e sui loro lavori. Dentro questo contenitore hanno trovato spazio alcuni stand di scuole materne e dell’infanzia. Una iniziativa si potrebbe dire inusuale all’interno di una fiera campionaria ed è per questo che siamo andati a trovare gli organizzatori.

Al primo impatto sembra essere all’interno dei una scuola, piuttosto che di una fiera. Tanti i bambini impegnati a disegnare, scrivere, colorare, giocare. Ma a differenza delle aule scolastiche, poche maestre e molti genitori. Chiediamo spiegazione ad una mamma che racconta di essere passata dì per caso e di aver notato l’interesse dei propri figli per gli altri coetanei intorno ad un tavolo con pastelli e pennelli.

“Pensavo fosse un baby parking approntato per consentire ai genitori un giro più tranquillo in fiera – ci dice – ed invece il primo invito è stato rivolto a me e mio marito per fermarci a giocare con i nostri figli. Più incuriositi che convinti ci siamo fermati e siamo rimasti colpiti dall’accoglienza degli organizzatori e dal loro interesse oltre che per i nostri bambini, anche per noi”. Poco distante il papà, un po’ sornione e un po’ curioso, ascolta. Poi decide di aggiungere: “Ritenevo che il mio compito si esaurisse nell’accompagnare la famiglia in fiera e a fare il classico giro tra gli stand, con l’unica preoccupazione di limitare al minimo le spese per dolciumi e giocattoli. Ritenevo, anzi, che il massimo divertimento consentito ai bambini fosse un giro alle giostre. Ma ho dovuto prendere atto che sono state volutamente eliminate, proprio per non farne un deposito di bimbi e adolescenti. Ora mi trovo coinvolto a trascorrere del tempo con i miei due figli, cosa che non sempre riesco a fare a casa”.

A questo punto è d’obbligo rivolgersi agli organizzatori. Ne parliamo con Caterina Andò, a cui per il secondo anno è stato chiesto di coordinare questa iniziativa, che così spiega: “Questi spazi sono gestiti da una decina di scuole dell’infanzia, di cui la metà non palermitane, con lo scopo non di cercare bambini che possano frequentarle, ma di far conoscere il metodo e lo stile con cui sono gestiste: porre al centro i bambini coinvolgendo il più possibile i genitori, non solo nelle attività artistiche o sportive, ma nella normalità dell’attività didattica”.

Inviata ad essere più chiara aggiunge: “Queste scuole sono tutte iscritte alla FISM, la federazione che raccoglie a Palermo oltre 165 istituti, tra nidi d’infanzia e scuole dell’infanzia paritarie. Questo vuol dire che hanno tutte una identità cristiana, anche se sono tutte paritarie e non private; ma significa soprattutto che le unisce un comune intento pedagogico ed educativo che non è finalizzato solo ad offrire servizi di qualità, ma anche un rapporto di coinvolgimento con i genitori. Insomma noi chiediamo che i genitori dei nostri bambini siano impegnati con noi e come noi nell’educazione dei loro figli fin dai primi anni di età”. “Ma perché – chiediamo – state 15 giorni in una fiera, se non volete vendere il vostro prodotto?”

“Perché – interviene Dario Cangialosi, che è il Presidente regionale – abbiamo particolarmente a cuore che si conosca la nostra particolare esperienza e la fiera si è dimostrata un luogo molto adatto per incontrare la gente. Infatti abbiamo iniziato l’anno scorso portando a turno una scuola al giorno; ma ci è sembrato solo una buona vetrina”.
“E quest’anno, allora?”. “Quest’anno – riprende Caterina – abbiamo portato direttamente la nostra esperienza, proponendo ogni giorno laboratori esperienziali per i bambini, grazie anche ad uno sponsor che ci ha donato tutto il materiale didattico necessario, e utilizzando i pomeriggi per incontri con i genitori su temi specifici, come ad esempio quello sulle vaccinazioni, sulla sicurezza nelle scuole, ecc., o anche di natura più strettamente educativa”.

Nel corso della chiacchierata l’animazione negli stand aumenta. Alcuni bambini chiedono ai genitori di tornare il giorno dopo e molti genitori chiedono notizie sulle scuole.

“Questa iniziativa – conclude Dario Cangialosi – non mira a raccogliere più adesioni, ma a far conoscere sia la nostra esperienza che la problematica sia sociale che politica con cui quotidianamente tutte le nostre scuole devono confrontarsi. Basti ricordare che solo due mesi fa il Governo ha emanato i decreti di attuazione sulla legge 107, quella comunemente definita della Buona Scuola. Ve ne è uno che riguarda proprio la fascia da 0 a 6 anni. La sua attuazione comporterà un notevole impegno per i gestori e gli insegnanti delle scuole. La Fism è impegnata in tutta Italia a sostenere le scuole in questo nuovo impegno. Con il Sistema integrato di educazione e istruzione si sancisce il passaggio del segmento 0-3 dal welfare a sistema educativo e viene scongiurato il pericolo di regressione dell’istruzione infantile 4-6 anni a livello di assistenza. In particolare a livello siciliano va creata una nuova e specifica collocazione che andremo a definire. Dopo aver pensato al riordino del livello regionale bisogna poi dedicarsi all’organizzazione del sistema nei Comuni. Un lavoro difficile perché coinvolgerà tutti i 390 Comuni siciliani che oltre a essere gestori, di fatto regoleranno il sistema”.