E’ una gemma sconosciuta incastonata nel cuore di Palermo. Dal prossimo 8 aprile, palermitani e turisti potranno visitare il Monastero di Santa Caterina in piazza Bellini. Il convento e la sua celebratissima chiesa costituiscono uno dei complessi monumentali più importanti della città. L’edificio è inutilizzato da qualche anno, dopo che le ultime anziane monache domenicane di clausura, un tempo famose per gli straordinari dolci prodotti, hanno dovuto lasciarlo, non potendone più garantire la gravosa conduzione.

Il Monastero torna oggi al centro dell’interesse e dell’impegno dell’Ufficio Beni Culturali della Curia, attualmente diretto dal padre Giuseppe Bucaro. Come primo passo verso il completo recupero e utilizzo della importante struttura, di concerto con la competente Sovrintendenza e i responsabili del FEC (Fondo edifici di culto del Ministero degli Interni), la Curia arcivescovile di Palermo, cui è affidata la gestione del bene, ha deciso di rendere accessibile ai visitatori una significativa parte del vasto complesso monastico, autentico palinsesto di storia e di architettura.

Mercoledì prossimo, 5 aprile, verrà illustrato il programma di recupero e di riuso compatibile del Monastero. Saranno presenti la dott.ssa Maria Elena Volpes, Soprintendente regionale dei Beni Culturali di Palermo, don Giuseppe Bucaro, Direttore Beni Culturali dell’Arcidiocesi di Palermo e il gruppo della Soprintendenza che ha verificato la sussistenza dell’interesse culturale del Monastero: gli architetti Lina Bellanca e Silvana Lo Giudice, le dott.sse Maria Reginella e Carolina Griffo, storiche dell’arte, la dott.ssa Carla Aleo Nero archeologa, la dott.ssa Daniela Ruffino archivista e il geometra Simone Aiello.

Il monastero è una vera e propria città di Dio, segregata e al tempo stesso integrata nella città degli uomini.