“Sulla ex Fiat ed ex Blutec di Termini Imerese va fatta chiarezza immediatamente”. La frase è di Salvo Geraci, capogruppo della Lega all’Assemblea regionale siciliana. Non è l’unico intervento ma rappresenta perfettamente la preoccupazione crescente dopo la diffusione su notizie in base alle quali la il gruppo Pelligra avrebbe ceduto, fra ricapitalizzazioni e vendite, il 90% dell’azienda controllata che ha vinto la gara per lo stabilimento di Termini Imerese.
La smentita di Pelligra Italia
La notizia che circola racconta i dettagli della cessione ma fonti vicine all’azienda rassicurano che Pelligra Italia conferma il proprio impegno nel progetto di rilancio del sito di Termini Imerese e smentisce categoricamente qualsiasi ipotesi o notizia relativa a una vendita.
350 dipendenti appesi ad un filo
“Ci sono 350 dipendenti che chiedono certezze rispetto a un piano industriale che la Pelligra Holding Italia ha annunciato ma finora non ha presentato. Gli assetti azionari modificati, su cui in questi giorni si parla, rischiano di addensare nubi sul futuro dell’ex stabilimento Fiat. Auspico che si diano risposte chiare al territorio che da troppo tempo aspetta una soluzione per rilanciare l’occupazione e la produzione nel sito di Termini Imerese” aggiunge ancora Salvo Geraci, capogruppo della Lega all’Assemblea regionale siciliana.
“Seguirò personalmente la vicenda – aggiunge – anche in vista di una convocazione da parte del Ministero delle Imprese che a giorni dovrebbe mettere attorno allo stesso tavolo il governo nazionale, la Regione e l’azienda di Ross Pelligra. A Termini Imerese ci sono le condizioni per una ripartenza e la presenza dell’interporto permette lo sviluppo del settore della logistica, così come è stato immaginato nella proposta approvata da Mimit”.
Le voci di cessione
In base alle voci insistenti La Pelligra Italia Holding, gruppo italo-australiano che lo scorso ottobre aveva vinto il bando per l’assegnazione dell’area ex Blutec ed ex Fiat di Termini Imerese, attraverso un aumento di capitale e il contestuale ingresso di nuovi soci avrebbero riconfigurato l’assetto societario, rimanendo in possesso solo del 10% della srl, equivalente al capitale nominale di 10 milioni di euro versati al momento dell’acquisizione delle aree.
Una operazione prevista
Il 70,22% andrebbe adesso all’azienda Nicolosi Trasporti, impresa di logistica; il 19,78% al Consorzio artigiano edile costruttori, con sede a Comiso. Si tratta delle due aziende che erano già state indicate come partner nel progetto di rilancio da parte di Pelligra Group e il passaggio attuale sarebbe solo formale e temporaneo. Ma la tensione fra le parti sociali è palpabile.
La preoccupazione delle parti sociali
“Da tempo attendiamo che ci venga presentato nel dettaglio il Piano industriale della Pelligra Holding Italia su Termini Imerese e apprendere notizie di cambi di assetti societari indirettamente, senza avere chiaro quale siano nel dettaglio le strategie e il Piano industriale, non ci fa stare tranquilli” afferma Antonio Nobile segretario regionale Fim Cisl Sicilia.
“L’azienda ha preso degli impegni con i lavoratori e le istituzioni e la variazione della compagine societaria non può e non deve mettere in discussione quegli impegni. Attendiamo che venga fatta chiarezza rispetto alle attività che i 350 lavoratori, passati dalla Ex Blutec a Pelligra, attualmente in CIGS, dovranno svolgere e quando partirà la riqualificazione degli stessi. A parte i colloqui iniziali infatti nulla è stato fatto”. “Chiediamo alle istituzioni Nazionali e Regionali di verificare e vigilare sul percorso che riguarda una vertenza delicata come quella di Termini Imerese. Chiediamo una comunicazione più puntuale e trasparente nei confronti dei sindacati, che rappresentano i lavoratori, ritendendo inoltre la presentazione del Piano industriale, non più rinviabile”.
Per la segretaria generale Cisl Palermo Trapani Federica Badami, “l’area industriale di Termini Imerese è un area strategica per l’intera Sicilia e ha bisogno di avere certezze anche sui tempi di realizzazione delle infrastrutture fondamentali a partire dalla realizzazione dell’interporto che darebbe un forte impulso all’area. I lavoratori inoltre non possono più vivere di incertezze, sono stanchi. Bisogna dare risposte al territorio e al suo rilancio atteso da anni”.






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