• L’Amap batte un colpo dopo le accuse di silenzio sul problema alluminio nell’acqua, mosse ieri dalla consigliera Amella (M5S)
  • Nessun mea culpa, “richiamato personale in ferie”
  • “Al lavoro per ridurre i disagi”, ma “Non ci sono soluzioni alternative”

“Sono dispiaciuto nell’apprendere di dichiarazioni di alcuni consiglieri comunali che sembrano non aver seguito l’attività di informazione svolta da questa Azienda circa la vicenda della presenza di alluminio nell’acqua del serbatoio di Monte Grifone”. Lo afferma in una nota l’amministratore unico di Amap, Alessandro Di Martino, replicando alle accuse di “assenza di comunicazione ai cittadini” lanciate ieri dalla consigliera Cinquestelle, Concetta Amella.

In realtà le accuse erano più che legittime, dato che l’ultimo bollettino ufficiale risaliva al 10 agosto. Ieri, dopo 19 giorni dall’inizio del problema riscontrato dall’ASP di Palermo, le accuse di silenzio ingiustificato. Accuse che evidentemente hanno sortito effetto, dato che finalmente l’Amap ha risposto.

Nessun mea culpa, “Personale in ferie”

“Fin dall’inizio del problema – prosegue nella sua difesa Di Martino – l’Amap, anche grazie al prezioso lavoro di costante informazione svolto dagli organi di stampa, ha garantito un flusso continuo di informazioni e aggiornamenti su una situazione certamente difficile – continua – e che è conseguenza diretta della gravissima ondata di calore che ha colpito il nostro territorio”.

“L’azienda non ha sottovalutato la situazione, tanto da richiamare al lavoro tutto il personale in ferie afferente ai servizi coinvolti e tanto da richiedere il supporto dell’Istituto superiore di sanità per l’adozione di protocolli di potabilizzazione diversi che permettessero una soluzione del problema”.

Ancora valori con alluminio, acqua non potabile in mezza Palermo

“Purtroppo fino ad oggi -prosegue – nonostante i parametri di presenza dell’alluminio siano drasticamente scesi, non si sono raggiunti i valori previsti dalla normativa sulle acque pubbliche”.

La mappa delle zone alimentate dal Serbatoio di Monte Grifone riguarda i rioni Noce, Zisa, Calatafimi, Basile, Roccella, Belmonte Chiavelli e Bonagia. Da venti giorni nessuna risoluzione.

“Al lavoro per ridurre i disagi”

Per questo motivo, “anche in considerazione della probabilità che future ondate di calore riproducano le condizioni ambientali che hanno determinato l’attuale criticità, l’azienda sta valutando una totale reingegnerizzazione dei processi di potabilizzazione, che escludano il ricorso ad agenti chimici contenenti alluminio. Tale soluzione potrebbe già essere messa in pratica in via sperimentale nei prossimi giorni”.

“Non ci sono soluzioni alternative”

“Purtroppo non è possibile alimentare con altri serbatoi alcune delle zone alimentate dal Serbatoio di Monte Grifone, mentre laddove possibile sono state effettuate miscelazioni con altre acque provenienti da altre fonti, tanto da permettere la soluzione del problema per il quartiere Uditore. La società, come fatto fin dall’insorgere del problema, continuerà ad informare regolarmente la cittadinanza e la stampa, informando costantemente le autorità coinvolte”.

 

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