Massimo Russo a Talk Sicilia lancia un appello affinchè la memoria di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone diventi prassi e non resti un semplice orpello da brandire nelle celebrazioni.
Sono passati trent’anni dalle stragi che hanno causato la morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. E’ il momento di una riflessione fuori dalla retorica. ” Questa retorica ha stancato i magistrati seri, ha stancato molti cittadini. Non abbiamo bisogno del santino da venerare. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino erano due persone straordinarie ma normali, degli esseri umani. Molta retorica ce li ha allontanati”, ha spiegato a Talk Sicilia, Massimo Russo.
“Noi abbiamo bisogno di soggetti, di punti di riferimento non da ammirare ma da imitare concretamente, facendo il proprio dovere, essendo seri. Ecco, manca a volte la serietà nel riguardare questa storia che è intrisa anche del nostro impegno, è una storia che sento dentro di me e nella mia pelle. Sono trent’anni, sono stato parte di questa storia e quindi vivo con grande emozione e rabbia, perché avrei voluto, dopo trent’anni, che le cose fossero diverse”, sottolinea Russo. Il magistrato conclude ricordando che il valore dell’antimafia non può appartenere a una sola parte della società, ma deve essere un valore condiviso da tutti, da tutte le persone perbene che vivono in Sicilia e che spesso non hanno voce”.