“Lo Sperone è un quartiere che si affaccia sul mare e ha enormi potenzialità. C’è una luce incredibile che in altri quartieri di Palermo non c’è”- comincia così Antonella Di Bartolo, preside dell’Istituto Sperone Pertini. La dirigente è stata intervistata dal giornalista Ignazio Marchese durante l’ultima puntata di Talk Sicilia e con l’inizio dell’anno scolastico innumerevoli sono i progetti in cantiere. Dopo la crisi pandemica finalmente si torna tra i banchi senza le mascherine e questo istituto, punto di riferimento del quartiere, ha in serbo tantissime novità che coinvolgeranno grandi e più piccoli.

La scuola punto di riferimento del quartiere Sperone

Lo Sperone è un quartiere molto difficile e restare lì non è semplice. Eppure per Antonella Di Bartolo non è stato così, anzi la bellezza di questo luogo le ha permesso di continuare il suo percorso come dirigente: “Lo Sperone è un quartiere bellissimo che si affaccia sul mare; questo si trova attraversando la strada, ma non balneabile”. Grandissimi spazi, un’infinita ricchezza in termini di persone, di comunità e una scuola che gioca un ruolo fondamentale in questo scenario. Ma purtroppo alcuni diritti vengono lesi, come quello di avere un accesso al mare.

È una periferia inevitabilmente complessa, ma nonostante le difficoltà conserva una luce assolutamente incredibile. “La scuola c’è sempre stata, soprattutto durante la pandemia. Questa è diventato un punto di riferimento anche per servizi per la comunità dal momento che nel quartiere Sperone non ci sono servizi di tipo sociale. Dal 2004 è stato tristemente chiuso un centro di servizi per la comunità. La scuola è stata non soltanto un presidio istituzionale volto all’istruzione, ma anche un punto di riferimento per le famiglie”.

Il ruolo della scuola durante la pandemia

Con la pandemia, ogni aspetto della nostra routine è stato modificato e anche la scuola ha subito dei cambiamenti significativi, ma l’istituto Pertini ha raggiunto le famiglie creando una rete comunicativa non indifferente. “La didattica durante il Covid19 è stat un abbraccio a distanza, anche grazie al sostegno materiale, perché ci sono state tante famiglie in difficoltà all’inizio e lock down. A Palermo non c’era una vera e propria emergenza sanitaria, si trattava più di un’emergenza sociale. Tante persone vivevano di lavoretti e ovviamente non potevano più fare questo tipo di attività e tutto è stato chiuso. Dunque abbiamo capito che queste famiglie erano in difficoltà. Oltre alla comunicazione continua abbiamo realizzato un tutorial per la registrazione sul portale unico di sostegno alimentare del Comune di Palermo; questa spiegazione valeva per tutta la seconda circoscrizione per aiutare le famiglie a registrarsi”.

Il tasso di dispersione scolastica

“Adesso la scuola Pertini ha un tasso di dispersione scolastica bassissimo, come avete fatto?”
“Dieci anni fa era del 27%, addirittura della scuola media era ancora più alto. Io addirittura ipotizzavo che avessero sbagliato perché mi sembrava veramente assurdo in un paese civile, un tasso di dispersione scolastica di quel tipo. Ma è anche vero che alla Pertini non c’erano le porte nei bagni, che c’erano le lavagne al posto delle porte”.

Che anno scolastico sarà?

“Questo è un anno che inizia bene, soprattutto perché senza mascherine e senza obbligo di distanziamento. Premetto che i nostri alunni sono stati bravissimi perché hanno tenuto la mascherina sempre. Anche se bisogna stare attenti alla curva epidemiologica e soprattutto mantenere quel habitus mentale e quell’elasticità”. La preside sottolinea anche quanto l’arte sia potentissima e in grado di creare un ponte tra città. “Il 22 ottobre vedrà un ulteriore realizzazione grazie a una attività che si chiama Sperone 167, un progetto di comunità che nasce per mettere in contatto il quartiere Sperone con quello 167 di Lecce. È un progetto di gemellaggio sia tra istituti ma anche tra artisti, tra comunità. E il 22 ottobre ci sarà un ulteriore murales realizzato da due artiste argentine”.

La dirigente scolastica sottolinea quanto sia difficile essere bambino a Palermo rispetto ad altre città d’Italia per tutti quei servizi che vengono negati come l’assenza di asili nido. “A fronte di 3000 bambini nella fascia zero tre anni non c’è neanche un asilo nido comunale”.