C’è un nuovo filone d’inchiesta in quella che è stata definita l’indagine sugli appalti truccati in Sicilia. Altri accertamenti riguarderebbero i rapporti fra i politici coinvolti, una comunità terapeutica psichiatrica e il Cefpas, il centro per la formazione degli operatori sanitari di Caltanissetta. Ma il gip ha escluso questo filone dalle sue valutazioni in fase di emanazione delle ordinanze di custodia ai domiciliari. Ad accorgersi di un passaggio dell’ordinanza che rivela questi fatti è stato il quotidiano La Sicilia.

Non è ancora finita

“Non è ancora finita e altre cose emergeranno” aveva detto due settimane fa o poco più il Presidente della Commissione regionale Antimafia Antonello Cracolici. Lo aveva detto fra le righe di una dichiarazione ma in modo chiaro lasciando intendere che le inchieste sulle gare che si presume siano state truccate non sono ancora note nella loro interezza e ci sono altri capitoli di questa vicenda ancora da scoprire. Parole profetiche o, forse, troppo bene informate da ambienti, probabilmente, di magistratura.

Fatto sta che alla fine di novembre, dopo che si erano conclusi gli interrogatori preventivi, la procura avrebbe depositato altri incartamenti indicizzati come esiti di ulteriore inchiesta riguardante la formazione professionale degli addetti al sistema sanitario. Questo filone d’inchiesta riguarderebbe una comunità terapeutica psichiatrica e il Cefpas, il centro regionale di alta formazione in sanità che sorge a Caltanissetta. La prima è una comunità sovvenzionata dalla Regione, il secondo un ente che si vuole regionalizzare in toto.

Atti esclusi, per il momento, dal Gip

Dell’esistenza di questo filone si apprende dall’ordinanza del gip che, nel rigettare la richiesta di sequestro preventivo di beni che la procura ha avanzato nei confronti di Cuffaro, cita questo supplemento indagine solo per dire che non rileva su questa richiesta anche se portato a supporto perché la difesa non è ancora a conoscenza di questi atti e non ha potuto spiegare come prevede la legge.

Di fatto, però, c’è un altro filone d’inchiesta e, con un modo di procedere ormai consolidato: l’accusa tenta di usare ogni atto sottraendolo al contraddittorio in questa fase, procedendo, insomma, come la legge permetteva prima dell’ultima riforma.