L’aria di Palermo e Napoli non è respirabile. I livelli di inquinamento da biossido di azoto superano i limiti di legge sia nazionali che europei. Per questo motivo Bruxelles ha avviato una procedura di messa in mora nei confronti dell’Italia. Le due grandi città del meridione non rispettano i parametri europei per l’inquinamento dell’aria.

Verso la procedura di infrazione

La procedura di messa in mora è il primo dei tre passi che porta, alla fine del percorso, alla dichiarazione di infrazione e dunque alle multe elevate dall’Europa. Questo se non si dovesse, nel frattempo, porre rimedio.

Secondo le contestazioni inviate da Bruxelles a Roma che riguardano i due grandi capoluoghi del Meridione ciò avviene perché i piani di contenimento dell’inquinamento e di monitoraggio della qualità dell’aria, non sono sufficienti a far rientrare la situazione in tempi brevi. Non si tratta della contestazione di fatti contingenti degli ultimi mesi o anni ma di una analisi che riguarda gli ultimi dieci anni

Adesso le due città hanno due mesi di tempo per le loro controdeduzioni e per mettere in atto un nuovo piano che possa essere più efficace per il contenimento dell’inquinamento.

Il momento peggiore

La contestazione arriva nel momento peggiore per Palermo, quello delle feste natalizie che storicamente portano all’aumento del traffico e dell’inquinamento dell’area. Il problema è che a Palermo l’incremento dell’inquinamento avviene in zone già a traffico limitato e nelle aree limitrofe e, sempre più speso, nelle zone dove sono state realizzate piste ciclabili che restringono le carreggiate.

L’allarme di Legambiente

“È inaccettabile — commentano i presidenti dei circoli del capoluogo — che una città come Palermo continui a pagare un prezzo così alto in termini di salute e vivibilità a causa dell’inquinamento atmosferico. Servono misure coraggiose: un potenziamento del trasporto pubblico, l’estensione delle zone a traffico limitato, la promozione della mobilità ciclabile e pedonale, oltre a un serio piano di elettrificazione dei mezzi pubblici e privati”.

Legambiente chiede all’amministrazione comunale e alle istituzioni competenti di agire con responsabilità e rapidità, mettendo al centro delle politiche urbane il diritto dei cittadini a respirare aria pulita e rispettando gli impegni richiesti dall’Unione Europea.

Solo con una strategia chiara, coerente e partecipata sarà possibile restituire alla nostra città un’aria più salubre e un futuro più sostenibile.

Cosa pensa di fare Palermo

Nonostante tutto Palermo, però, non pensa a nuove Ztl ne a limitazioni della circolazione. Il problema va affrontato dal punto di vista strutturale. Per questo il Comune prepara, innanzitutto, un documento che contesta i dati utilizzati nella procedura avviata dall’Europa. Secondo i rilievi delle centraline dal 2015 ad oggi, anche se i livelli di biossido non sono ancora entro i limiti di legge, sono, però, scesi. Ad eccezione del periodo del Covid, infatti, nei nove anni presi in esame la discesa dei livelli di inquinamento è costante.

L’amministrazione intende estendere il numero di centraline per tenere sotto controllo i livelli anche in un’area più ampia, proseguire con un piano di sistemazione delle strade e con la piantumazione di alberi per incrementare il verde pubblico e con il passaggio dei mezzi pubblici al nuovo sistema anti inquinamento. Sono già entrati in servizio nelle scorse settimane i primi autobus elettrici che raddoppieranno nel corso del prossimo anno portando ulteriore diminuzione degli inquinanti