I giudici del tribunale del riesame hanno concesso i domiciliari a Michele Mercurio che era stato arrestato dalla polizia di Stato per tentato omicidio aggravato per futili motivi lo scorso 29 giugno nel quartiere Borgo Nuovo.

L’accaduto

Mercurio appassionato di animali e custode di un allevamento per gatti chiede al vicino Fabio Puleo, la restituzione di un cucciolo che in precedenza gli aveva regalato.

Puleo che per giorni aveva continuamente offeso Mercurio, e quel giorno prima ha tentato di colpirlo con una zappa da agricoltore e poi con una mazza di legno. Mercurio ha tentato di difendersi impugnando un piede da tavola in metallo.

La colluttazione continuava per diversi minuti sino a quando i due rovinavano per terra e Puleo in posizione sovrastante, secondo quanto ricostruito dai legali di Mercurio, gli avvocati Salvino e Giada Caputo e Francesca Fucaloro, avrebbe cercato di soffocarlo.

Per costringere l’aggressore ad allentare la presa Mercurio ha estratto un coltello che teneva nella tasca posteriore e colpiva al collo e al torace Puleo. Ferite non gravi da mettere in pericolo la vita di Puleo. Per gli avvocati difensori si è trattato solo di legittima difesa e non di tentato omicidio.

E’ stato lo stesso Mercurio a chiamare il 118 e la polizia di Stato. L’arrestato ha cercato di tamponare le ferite. I due medici legali nominati dalla procura hanno confermato i segni di ecchimosi al collo del Mercurio a comprova della veridicità del racconto delle stesso e la posizione di entrambi i contendenti.

“La ordinanza di custodia cautelare – dice l’avvocato Giada Caputo -non ha tenuto conto del comportamento successivo del nostro cliente che si è adoperato per salvare la vita al ferito. Mancava l’elemento psicologico della condotta di tentato omicidio. Chi vuole uccidere una persona dopo averla ferita non si adopera per salvarlo ma approfitta della sua diminuita difesa per portare a consumazione il reato. Un comportamento anomalo e incompatibile con una reale volontà omicidiaria”.