Raggiunto l’accordo Stato-Regione siciliana per il salvataggio delle ex province. Arrivano 202 milioni di euro in totale a fronte dei 300 che erano stati richiesti come ‘minima esigenza’.

Proprio oggi gli amministratori locali avevano chiesto di rinviare le elezioni di secondo livello previste a fine giugno mentre il 15 maggio è in programma una marcia di protesta a Palermo

“Poniamo fine alla lunga agonia delle Province in Sicilia – dice il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci -. Dopo mesi di estenuante confronto con il governo nazionale siamo riusciti a ottenere il miglior risultato possibile, in questo contesto di emergenza. Le Province siciliane potranno disporre, entro giugno, di ulteriori cento milioni di euro, per spesa corrente, in aggiunta ai 102 milioni già erogati dalla Regione il mese scorso. Abbiamo anche ottenuto l’inserimento di deroghe normative all’approvazione dei bilanci e dei rendiconti”.

Non è il massimo ma di più non si riusciva ad ottenere da Roma. “Le Province  –  continua Musumeci – potranno approvare gli strumenti contabili e, quindi, rimettere in moto la macchina degli investimenti. Inoltre, secondo la nostra proposta, approvata già dalla Commissione Bilancio dell’Ars, gli enti intermedi potranno disporre di altri cinquecento milioni di euro ottenuti nell’accordo che abbiamo firmato col ministro Tria nel dicembre scorso e destinati ad opere pubbliche”.

“L’intesa di oggi col governo nazionale – aggiunge il governatore – prevede, ancora, che con le nuove norme di attuazione in materia finanziaria e con la prossima Legge di bilancio dello Stato, la finanza locale passerà alla Regione e sarà finalmente adeguato al resto d’Italia il meccanismo del prelievo forzoso delle Province. Infine, abbiamo chiesto e ottenuto da Roma che i 140 milioni che la Regione anticipa per le Province, prelevandoli dal Fondo di sviluppo e coesione, saranno rifinanziati nell’ambito della futura programmazione 2021-2027. Un sacrificio che il governo regionale compie con convinzione per ridare finalmente alle ex Province dignità istituzionale e ruolo nello sviluppo del territorio”.

“L’accordo raggiunto tra lo Stato e la Regione Siciliana rappresenta finalmente un primo passo verso una soluzione della fin troppo lunga crisi delle ex Province siciliane” commenta Leoluca Orlando, presidente di AnciSicilia.
“Gli ulteriori 100 milioni che verranno destinati ai liberi consorzi e alle città metropolitane unita-mente all’approvazione di un pacchetto di norme che consentiranno di riprendere la gestione ordi-naria e liberare gli investimenti sono certamente una risposta concreta”.

“Si tratta di un risultato che si è potuto ottenere anche grazie al decisivo impegno che l’AnciSicilia ha portato avanti in numerosi incontri di carattere nazionale e regionale. Restano però ancora da de-finire sia sul piano finanziario sia sul piano istituzionale quelle condizioni che possano struttural-mente far riacquisire agli enti di area vasta una funzione strategica sul territorio e consentire loro di poter erogare i servizi”.

“Per tali ragioni- conclude il presidente dell’Associazione dei comuni siciliani – continueremo, come fatto fino ad ora, ad incalzare il Governo nazionale e il Governo regionale”.

“Prendiamo atto delle dichiarazioni del presidente Musumeci in merito all’accordo raggiunto con il governo nazionale sulle ex Province siciliane. Finalmente – dicono Claudio Barone segretario generale della Uil Sicilia, ed Enzo Tango, segretario generale della Uil Fpl Sicilia – sembrano aprirsi degli spiragli. Certo la strada è lunga ma questo sindacato è pronto a vigilare affinché vengano rispettati gli impegni, necessari a restituire dignità a lavoratori e servizi ai cittadini. Per questo chiediamo un immediato confronto per verificare i provvedimenti e gestire al meglio questa fase”.

“Salutiamo positivamente l’accordo Stato-Regione per gli enti intermedi, in attesa di verificare quelli che saranno nell’immediato gli effettivi riflessi”. Sono le parole del Segretario Generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro, e del Segretario Generale della Funzione Pubblica, Gaetano Agliozzo, i quali accolgono con favore la notizia, senza però eccessivi entusiasmi. “L’arrivo di risorse finanziarie extra a beneficio delle ex Province siciliane e la possibilità di deroghe normative all’approvazione dei bilanci e dei rendiconti – affermano – sono certamente dei segnali rassicuranti, ma prima di esultare vanno consumati e riscontrati alcuni passaggi per capire dall’assessore Armao quale sarà la linea che intenderà adottare il governo regionale rispetto al reale e concreto rilancio dell’Ente. E’ comunque un primo importante passo avanti quello ottenuto in questa drammatica fase in cui versano gli enti – sottolineano ancora Pagliaro e Agliozzo – fermo restando che per raggiungere il traguardo pieno e completo, il percorso è lungo ed accidentato, tenuto conto che l’argomento del prelievo forzoso non sembra avviato ad un epilogo nell’immediato, ma destinato ad essere trattato in occasione della prossima Legge di Bilancio . Se lo scenario dovesse essere questo – concludono Pagliaro e Agliozzo – noi faremo di tutto affinché si arrivi, a quella data, alla soluzione auspicata, nell’esclusivo interesse delle Ex Province, dei dipendenti e della collettività”.

“Bene l’arrivo di risorse finanziarie extra per le ex Province siciliane e la possibilità di deroghe normative all’approvazione dei bilanci e dei rendiconti, ma attendiamo di conoscere dall’assessore Armao quali saranno effettivamente le ricadute immediate di questo accordo Stato-Regione per gli enti intermedi”. Lo affermano Sebastiano Cappuccio e Paolo Montera della Cisl e della Cisl Fp Sicilia.

“A noi interessa il pieno e completo rilancio delle province e per questo vogliamo sapere come il governo regionale intenda proseguire da qui in poi. La strada è ancora lunga. Ottenere il miglior risultato possibile in una situazione di emergenza è un buon passo avanti, ma a noi interessa che ci sia una strategia complessiva. A maggior ragione, visto che la questione del prelievo forzoso sembrerebbe essere stata rimandata alla prossima legge di bilancio dello Stato. Se così fosse, per quel giorno – concludono Cappuccio e Montera – non possiamo farci trovare impreparati, ma dobbiamo mettere in campo tutti gli strumenti a disposizione per risolvere in maniera definitiva il problema”.

“Il Csa giudica l’annunciato accordo sulle Ex Province un punto di partenza per il definitivo rilancio degli enti di area vasta siciliani. In attesa di conoscere il testo definitivo dell’accordo ed i tempi previsti per la sua attuazione confermiamo che consentire a Città Metropolitane e Liberi Consorzi di chiudere i bilanci annuali fino al 2019 non è il risultato sperato ma può certamente rappresentare una boccata d’ossigeno per la continuità dei servizi e per la serenità dei dipendenti, e aspettiamo di verificare che nell’accordo sia prevista anche la possibilità di impegnare tutte le somme per investimenti provenienti da fondi extra bilancio (ricordiamo che solo a Messina sono a rischio fondi per 300 milioni di euro legati all’obbligo di approvazione del bilancio triennale)”.

Lo dice Giuseppe Badagliacca segretario regionale del Csa. “Giudichiamo l’accordo frutto anche della manifestazione dei dipendenti del 18 febbraio dal CSA fortemente voluta e sostenuta – aggiunge Badagliacca – Abbiamo già chiesto un incontro urgente al Presidente Musumeci ed agli Assessori Armao e Grasso per monitorare l’applicazione dell’accordo, con particolare riferimento ad aspetti di non secondaria importanza quali la stabilizzazione del personale precario che chiediamo con forza venga garantita anche in assenza di bilanci triennali”.

Ma c’è anche chi parla di accordo scandaloso come la deputata di Forza Italia Stefania Prestigiacomo “Si attingono risorse dal fondo sviluppo e coesione, ovvero dal fondo per gli investimenti infrastrutturali necessari per la Sicilia per finanziare la spesa corrente. Non si è conquistato un euro vero, il conto lo pagheremo noi e solo noi. Una gran bella soluzione!”

“La Sicilia meritava e doveva pretendere il medesimo trattamento ottenuto da tutte le altre province italiane a cui è stato invece riconosciuto il diritto alla restituzione dei fondi perduti con risorse di parte corrente. Il Governo Regionale accettando questa proposta scandalosa ha svenduto i diritti dei siciliani, dimostrandosi penoso vassallo del Governo nazionale. I fondi delle ex province, oltre 243 milioni, che nel resto di Italia sono stati restituiti, solo alla Sicilia sono rimasti ‘confiscati’ da Roma. Viene quasi da rimpiangere Crocetta. Complimenti!”.

“Mesi e mesi di lavoro calpestati dall’arroganza e dalla prepotenza del governo gialloverde che in maniera truffaldina ha deciso di superare la questione del prelievo forzoso delle ex province sottraendo i fondi già stanziati per le infrastrutture di una terra che ha fame di sviluppo e utilizzandoli per la spesa corrente – dice, invece, il deputato di Forza Italia Nino Germanà -. Tutto ciò in controtendenza alle dichiarazioni di Salvini, secondo cui ‘le province dovrebbero sistemare scuole e strade, non hanno soldi e non sanno che fare’. Questa è la conferma che quelle del vicepremier leghista sono solo dichiarazioni da campagna elettorale. Per tamponare una falla, il governo ha preferito compromettere la crescita e il futuro della regione. Noi siciliani siamo, purtroppo, destinati a rimanere cittadini di serie B”.

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